di CARLO MIGNOLLI
“Educazione alla genitorialità”. Questo il titolo del progetto, promosso dalla Scuola dell’infanzia “Stelle Monelle” di Catanzaro, che avrà luogo proprio nella scuola, nel centro storico del capoluogo, dal 16 maggio al 20 giugno 2024. Curato dalla psicologa e psicoterapeuta Rosalba Cannoletta, il progetto è già stato presentato al pubblico la scorsa settimana, riscuotendo un ottimo successo tra i genitori dei bambini, incuriositi di intraprendere questo interessante percorso.
Non è la prima volta che la scuola “Stelle Monelle” si imbatte in progetti del genere: nel 2020, il piano di offerta scolastica prevedeva opportunità simili. Dal passato successo si è deciso di riprovarci. L’obiettivo del corso di quest’anno è quello di prevenire, attraverso appositi incontri, forme di disagio che al giorno d’oggi dilagano tra gli adolescenti. È fondamentale partire dai bambini, adolescenti del futuro, ma anche dai genitori.
L’idea innovativa è stata quella appunto di rivolgersi parallelamente sia a bambini dai 2 ai 6 anni, che ai genitori, coloro che devono insegnare ai propri figli a comunicare con un linguaggio empatico.
“Il corso nasce da quello che abitualmente leggiamo nelle cronache di oggi, la violenza tra gli adolescenti è un fenomeno dilagante” afferma la dottoressa Cannoletta e aggiunge: “Le riflessioni che sono state fatte da sociologi e psicologi è relativa alla mancanza di empatia, in parte responsabile di questi comportamenti. Per tale motivo si è deciso dare il via a questo progetto, per far sì che l’empatia possa essere una pianta coltivata da tutti”.
Il progetto, oltre ai corsi teorici offrirà anche quelli pratici di teatro e arte terapia, per dare la possibilità ai bambini di riconoscere, attraverso queste attività, le emozioni e dunque poterle rappresentare.
“Il modello teorico a cui ci ispiriamo è quello di Goleman e Gordon - continua la Cannoletta - che parlavano di empatia, quindi l’importanza di una comunicazione esposta in modo efficace ed efficiente. Tutti noi comunichiamo, ma non tutti conoscono le basi fondamentali della comunicazione e noi andremo a rendere partecipi i genitori proprio in questo, a farli comunicare con i figli in maniera corretta e funzionale. Bisogna essere predisposti all’ascolto. L’idea dominante del corso è quella dell’ascolto attivo, la capacità di saper ascoltare le emozioni che l’altro ha, molto diverso dall’ascolto uditivo. È fondamentale insegnare ai genitori come saper ascoltare i figli”.
In merito al proprio ruolo all’interno del progetto la dottoressa conclude: “L’educatore, come concepito da Gordon, deve essere un facilitatore di emozioni e comunicazione. Su questo dobbiamo puntare: educazione e facilitazione dei sentimenti. Ci si può accorgere anche solo dallo sguardo, dagli occhi del proprio figlio se è successo qualcosa. Non bisogna solo soffermarsi al linguaggio verbale”.
La scuola offrirà anche uno sportello gratuito di ascolto rivolto ai genitori, previo appuntamento, per accogliere eventuali problemi e cercare insieme la soluzione migliore per risolverli.
Offrire opportunità di apprendimento e di crescita non solo per gli studenti, ma anche per i loro genitori, è un passo avanti significativo verso una comunità più consapevole e inclusiva. Ci auguriamo che iniziative simili possano essere adottate da altri istituti scolastici, ampliando così il raggio d'azione di un'educazione che abbraccia e sostiene una vasta gamma di utenti.
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