di FRANCESCO IULIANO
Un seminario diverso dal solito, quello che ha segnato il secondo appuntamento della XI edizione della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2020. Insolito come il momento che si sta vivendo da tre mesi a questa parte.
Un incontro domenicale, seguito dai partecipanti sulla piattaforma Zoom e in diretta streaming su Facebook sulla pagina di Confedilizia, affidato al professore Alessandro Vitale dell’Università degli Studi di Milano, sul tema «L’equivoco della “proprietà pubblica” e la neopatrimonializzazione».
Nel presentare l’incontro, il presidente della Fondazione organizzatrice, Sandro Scoppa, ha commentato come "il tema dell’incontro, sia un istituto che sino all’Ottocento era investito di un’aurea di sacralità, per rappresentare come la proprietà fosse connaturata all’ordine naturale delle cose, consolidata nei millenni anche attraverso usi e costumi e avesse prodotto ricchezza e prosperità, soprattutto in Occidente. Come ha scritto il grande economista austriaco Ludwig von Mises,se l’esperienza storica potesse insegnarci qualcosa, sarebbe che la proprietà privata è inestricabilmente connessa alla civiltà. Del resto - ha concluso - dove la proprietà privata è stata abolita, in nome di tentativi collettivisti, come nella Russia di Stalin e Lenin o nella Cina di Mao oppure nella Corea del Nord, le società sono finite in rovina".
Nella sua relazione il professore Vitale ha prospettato come "da almeno due secoli, ma soprattutto nel Novecento, si è imposto il concetto di “proprietà pubblica”. Ciò per effetto dell’espandersi dell’interventismo statale nell’economia, delle statalizzazioni e nazionalizzazioni di settori, che un tempo erano liberi dal dominio del potere politico, e la capillare intrusione dello Stato nella vita sociale ne sono alla base. Ritenuta “moralmente superiore”, ditata di un valore sacrale rispetto alla proprietà privata, la cosiddetta proprietà pubblica ha generato un vero e proprio culto ideologico.
La realtà della “proprietà pubblica” è, tuttavia, molto prosaica, ha aggiunto il relatore. È di fatto un equivoco, comodo per le classi politico-burocratiche che devono legittimare il controllo sulle risorse scarse e sulla loro allocazione con criteri politici. Dato, infatti, che la proprietà può essere solo privata, non esistendo nella realtà astratte entità collettive che agiscono, la “proprietà pubblica” è sempre nelle mani di coloro che la controllano e che tenderanno, in assenza di barriere efficaci (sempre più rare), a utilizzarla a proprio vantaggio».
Il seminario, come di consueto, si è concluso con un dibattito alimentato dalle domande e dalle riflessioni dei partecipanti e dagli approfondimenti del relatore.
Il prossimo appuntamento, il 3° della Scuola di Liberalismo di Catanzaro, è previsto per mercoledì 13 maggio 2020, sempre alle 15, con il seminario del professore Andrea Giuricin dell’Università degli Studi Milano Bicocca, che tratterà il tema: “L’economia tra proprietà pubblica e proprietà privata”.
Anche il prossimo incontro sarà trasmetto sulla piattaforma Zoom e in diretta streaming su facebook sulla pagina Confedilizia Catanzaro
Per maggiori informazioni consultare il sito www.fondazionescoppa.it.
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