di FRANCESCO IULIANO
“Produzione vs. saccheggio, storia della civiltà e della fiscalità”, è stato il tema del 4° seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2020. Un seminario affidato al docente del Politecnico Federale di Zurigo, Paolo Pamini.
«Uno degli elementi che contraddistingue lo Stato moderno - ha evidenziato il presidente della fondazione organizzatrice, Sandro Scoppa nell’introdurre il seminario -, è la tassazione, che già nel secolo scorso ha raggiunto livelli insostenibili e che ancora oggi continua a crescere. Un segnale di come gli uomini stanno diventando sempre più schiavi di uno Stato ormai, “massimo”.
«Le imposte sono sempre esistite, e spesso hanno avuto un forte impatto sulle nostre vite, nel bene o nel male. Del resto, tanto la prosperità che il declino delle nazioni hanno sovente avuto alla base un fattore-imposte. I diritti umani ne hanno sofferto più ancora delle nazioni: ciò che l’esattore delle tasse vuole, l’esattore delle tasse ottiene, inclusa la nostra libertà, se è quello che desidera. È pertanto necessario ricercare nuove soluzioni per arginare il potere impositivo dello Stato e ridurre fortemente la tassazione, delimitando contestualmente l’area di intervento del potere politico e della burocrazia».
Il professore Pamini ha, quindi, introdotto la lectio riferendo come «sin dalle prime civiltà (Sumeri, Egizi, Cinesi) vi sia stato un perverso equilibrio tra ceti saccheggiatori (storicamente le popolazioni nomadi, poi radicatesi come ceto aristocratico) e ceti produttori (storicamente le popolazioni stanziali agricole). Poiché non è possibile che il ceto dominante ecceda numericamente quello produttore, al quale il primo può sottrarre durevolmente solo una piccola parte del reddito, pena il collasso del secondo, è necessariamente l’ideologia che deve gioca nel rapporto di obbedienza politica tra i due ceti. Nell’esperienza delle prime grandi civiltà, l’obbedienza civile fu promossa dalla religione e dalla sovrapposizione del cedo dominante con quello sacerdotale».
Proseguendo nell’analisi dei cicli dei sistemi istituzionali, il relatore ha parlato del crollo delle grandi civiltà passate, tematizzando il medioevo dell’età antica (dove solo i Fenici sopravvissero come civiltà commerciale) e dal quale emerse la Grecia classica e in seguito l’espansione ed il crollo di Atene e così come dell'impero romano, entrambi ancora una volta guidati dal deragliamento del rapporto tributario. La stessa dinamica si ripropose nel Medioevo europeo, con la particolare fortuna europea della separazione tra Stato e Chiesa che secondo molti studiosi ha posto le radici per la fioritura culturale ed economica del continente».
E’ toccato al professore Alessandro Vitale, dell’Università degli Studi di Milano, tracciare le conclusioni dell’incontro.
Il prossimo appuntamento, il 5° della Scuola di Liberalismo di Catanzaro, è previsto per domani pomeriggio alle 15, con il seminario della prof. Roberta Modugno dell’Università degli Studi Roma 3, che tratterà il tema: “Il diritto di proprietà privata come diritto umano fondamentale”.
L’incontro sarà trasmetto sulla piattaforma Zoom ed in diretta streaming su Facebook sulla pagina Confedilizia Catanzaro.
Per maggiori informazioni consultare il sito www.fondazionescoppa.it.
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