di SERGIO COSTANZO*
Sulla scuola in tutta Italia, al tempo del Covid 19, i genitori si sono contrapposti in due schieramenti: c’è chi la vuole in presenza e chi invece vuole che si continui con la didattica a distanza. Il Governo decide in base ai dati epidemiologici se aprire o chiudere le scuole, ma non ha il prerogativa della verità. Infatti anche il mondo scientifico è diviso tra chi ritiene che la scuola sia vettore di contagio e chi al contrario asserisce che sono pochi i contagi nelle aule scolastiche, dimostrando ancora una volta che la scienza non è neutrale e che i dati possono essere variamente interpretati. E allora perché non accontentare le due fazioni contrapposte, lasciando democraticamente libera scelta ai genitori se far frequentare i figli a scuola o proseguire con la didattica a distanza? Si risolverebbero così le criticità che finora non si sono risolte: frequenterebbero meno alunni per classe, senza bisogno di trovare altri spazi; i mezzi di trasporto sarebbero meno affollati senza bisogno di assurdi scaglionamenti di ingresso.
Essendo in ballo un principio primario qual è quello della salute pubblica, lo Stato deve offrire l’alternativa della didattica a distanza alle famiglie che lo chiedono, fino a quando non caleranno concretamente i contagi o si sarà in grado di fare uno screening serio, costante e a tappeto nelle scuole come sta avvenendo in alcune realtà. Non c’è dubbio che l’incremento dei contagi pone in primo piano la necessità di coniugare il diritto allo studio di bambini e ragazzi con la tutela della salute pubblica. Siamo, quindi, pienamente d’accordo con quanto sostengono alcuni sindaci del nostro comprensorio catanzarese impossibilitati, a seguito della sentenza del Tar, a emettere ordinanze di chiusura delle scuole primarie e secondarie in assenza di focolai. Una sentenza che mette in grosse difficoltà i primi cittadini, ai quali è demandata la delega della tutela della salute dei propri cittadini, ma nei fatti impossibilitati a emettere ordinanze che possano salvaguardare la salute dei propri cittadini difronte a un riscontrato numero di contagi nei loro comuni. Condividiamo la proposta di attivare una didattica “mista” a seconda delle esigenze delle famiglie rilanciata dalla sindaca di Borgia Elisabeth Sacco. Una proposta che va autorizzata e condivisa a livello provinciale. Da qui la richiesta legittima avanzata al presidente della Provincia, Sergio Abramo, di promuovere una riunione con i referenti dell’Ufficio scolastico regionale e una rappresentanza di Sindaci per verificare la possibilità di attivare la didattica mista. Abramo non può continuare a nascondersi, deve dire chiaramente come la pensa e cosa sta facendo per coniugare queste richieste che vengono dai sindaci e quali azioni sta mettendo in campo al fine di contrastare il diffondersi del Coronavirus nelle scuole del Capoluogo in considerazione del fatto che alcune classi delle nostre scuole hanno dovuto registrare casi di positività. C’è bisogno, dunque, di un’azione sinergica e condivisa che possa coniugare l’esigenza della didattica e quella della salute pubblica considerato che la curva dei contagi, purtroppo, anche in Calabria, non accenna a diminuire.
*Capogruppo FareperCatanzaro
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