Scuola e Sanità. Notarangelo (Pd): "Serve un fronte politico unitario per evitare il collasso del sistema"

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images Scuola e Sanità. Notarangelo (Pd): "Serve un fronte politico unitario per evitare il collasso del sistema"
Libero Notarangelo
  23 settembre 2020 16:49

“La riapertura delle scuole, oltre ad essere una necessità, ha un valore e un significato sociale importante. Non c’è governo o amministrazione al mondo che non stia ancora lottando in questi giorni con la logistica di massa dell’istruzione. Ai consueti problemi che si registrano in avvio di anno scolastico, a quanto pare irrisolti e inalterati, si aggiungono naturalmente quelli da gestione dell’emergenza anti-covid. Nonostante il rispetto della data di riapertura fissata per domani, in Calabria la scuola è ancora impreparata alla ripartenza”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Partito democratico, Libero Notarangelo.

“Tra le problematiche più preoccupanti riscontrate quelle della carenza di personale, pari al 50% del fabbisogno, dell'inadeguatezza di buona parte dei plessi, dei trasporti e della sicurezza sanitaria, problematiche che in Calabria sono endemiche ma adesso sono ulteriormente aggravate dall'emergenza Covid – afferma Notarangelo -. Tra i problemi, neanche a dirlo, quelli infrastrutturali, oltre che la carenza di personale: se si considera che su 1.670 posti messi a bando sono coperti solo 800, e le cose vanno peggio per il sostegno, dove c'è una copertura di solo il 20%. Comunque, si riparte. E vedremo in queste ore con quali risultati”.

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“Il rischio zero non esiste: è inutile pensarlo. Ma la minaccia si può e si deve gestire: a servire, per il contenimento del contagio, sono i tamponi che rintracciano l’Rna virale nelle vie respiratorie – afferma ancora il consigliere democrat -. I sierologici non servono allo scopo; è necessaria invece l’attivazione veloce dei dipartimenti di prevenzione, e bisogna immaginarsi una scuola flessibile, pronta a reagire ai salti di un eventuale isolamento, oppure di una frequentazione intermittente”.

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“In questa fase, quando parliamo di scuola non possiamo non rapportare le problematiche del settore che si occupa di garantire istruzione e formazione alle future generazioni a quelle di sistema sanitario che in queste nostre latitudini non se la passa bene da decenni, e che il diffondersi del coronavirus e il contrasto alla pandemia ha solo ulteriormente complicato ed esposto a criticità – sostiene ancora Notarangelo -. Proprio l'emergenza Covid19 in Calabria ha fatto emergere ed esplodere inefficienze e contraddizioni frutto di decenni scelte politiche in merito al management in sanità dettate da esigenze politiche e clientelari piuttosto che dall’interesse collettivo e dal dovere di tutelare il diritto alla salute dei calabresi che oggi subiscono maggiormente le conseguenze nefaste di una lunga fase commissariale. Decenni di mancata programmazione e di una visione ragionieristica della gestione della sanità pubblica da sistemare a colpi di macete e tagli lineari, mentre è stata messa in ginocchio dal malaffare e dalle infiltrazioni mafiose. A farne le spese i calabresi che per una visita cardiologica arrivano ad attendere 18 mesi, i malati cronici che si vedono rinviare visite specialistiche fondamentali per la sopravvivenza, mentre si continua a giocare con riorganizzazioni dipartimentali e atti aziendali. Un disastro chiamato sanità calabrese”.

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“Scuola e sanità, c’è un legame imprescindibile su cui riflettere pensando al rischio concreto di un rinfocolarsi della diffusione del virus e quindi le preoccupazioni per un collasso del sistema sanitario: per invertire la tendenza bisogna cambiare mentalità politica – conclude Notarangelo -. E’ arrivato il momento che gli schieramenti contrapposti confluiscano nel fronte unico impegnato a rivendicare una sanità per la Calabria da mondo. Se pensiamo di risolvere i milioni di problemi della sanità nella nostra regione a “spizzichi e bocconi” non ne usciamo vivi, è il caso di dire. La sanità va proprio ripensata e ridisegnata. E’ questo è un compito dell’indirizzo politico che non deve preoccuparsi solo delle nomine del management, ma ai direttori generali deve dire cosa fare per impedire la migrazione sanitaria, le liste d’attesa di anni, la carenza di posti letto, le barelle nelle corsie. Se non ora, quando?”.

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