di FRANCESCO IULIANO
C’era una volta la scuola. Quella fatta di bambini, di voci, di sorrisi, di maestre e di professori. La scuola con la campanella che suonava per scandire le ore che passavano. Per tre mesi, però, quelli in cui l’unico vero protagonista è stato un “virus”, la campanella, per migliaia di studenti, è suonata a casa. Per la prima volta, anche nelle abitudini degli italiani, è entrata prepotente la "didattica a distanza". Una metodo che, nonostante tutto, ha permesso di mantenere viva la comunità di classe, di scuola ed il senso di appartenenza vincendo, così, un paventato rischio di isolamento. Archiviato tra mille difficoltà anche questo anno scolastico, in tanti hanno tirato le somme su cosa questa nuova esperienza abbia lasciato e di come, l’istituzione “scuola”, abbia risposto a questa nuova emergenza.
Un commento, su ciò che è stato, è arrivato dalla insegnante dell’Istituto comprensivo “Mater Domini”, Loredana Ravaglia. Lo pubblichiamo qui di seguito.
Questo mare impetuoso che è la didattica a distanza ha travolto tutti. Ma le scuole sono navi che non lasciano allo sbaraglio, sono navi forti che procedono nonostante tutto! Il mio istituto, l’I.C. Mater Domini di Catanzaro, è una di quelle navi che resistono anche ai venti contrari ! Io, da docente, non mi sono mai sentita abbandonata. Il mio ringraziamento va alla dirigente Rosetta Falbo per i consigli e le indicazioni date anche alla luce di quanto diramato dall’alto, al Direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga), Antonio Le Pera, con l’intero staff di segreteria, ai collaboratori scolastici, al team digitale, all’animatore digitale Stefania De Siena - che rispondeva anche di notte ai messaggi di chiarimento sull’utilizzo della piattaforma. Tutti, dico tutti, sono stati eccellenti nel guidare la nave anche quando le acque si agitavano per cause non dipendenti dalla loro volontà. Nessuno è stato lasciato a terra. Nessuno! Gli alunni in primis. Anche quelli che, non disponendo di uno strumento adeguato, sono stati sempre aiutati anche attraverso la consegna di quanto avrebbe loro permesso di lavorare in modo adeguato. Il nostro equipaggio è forte ed io sono orgogliosa di stare su questa nave e di fare parte di questo equipaggio! Ce l’abbiamo fatta e continueremo a farcela solo se resteremo uniti. Perché è nelle difficoltà che la famiglia resta unita e, così facendo, vince!.
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