"Senza certezza alcuna del nesso di causalità intercorrente fra lo svolgimento in presenza delle attività didattiche nella scuola materna, in quella elementare e media di primo grado (limitatamente al primo anno) e il verificarsi dei contagi - stante anche l’assenza di interlocuzioni con gli Istituti scolastici (ritenuti tutti allo stesso modo luoghi in cui il rispetto del distanziamento interpersonale è “complicato”)- conduce alla conclusione che la succitata correlazione e comunque quand’anche esistente- la sua consistenza e distribuzione territoriale sembrano essere frutto d’una istruttoria procedimentale sommaria e carente basata su dati e ipotesi destinati a trovare più precisa conferma solo ad intervenuto esaurimento dell’efficacia dell’ordinanza “de qua”".
Con queste ragioni il Tar della Calabria ha disposto la sospensione del provvedimento con il quale il 14 novembre la Regione Calabria ha sospeso tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado, con ricorso alla didattica a distanza, dal 16 al 28 novembre.
Il Tar ha sottolineato il "grave pregiudizio educativo, formativo ed apprendimentale ricadente sui destinatari del servizio scolastico".
I promotori dell'iniziativa, alcuni genitori di Paola, erano patrocinati dagli avvocati Paolo Perrone e Nicola Cassano.
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