Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di uno studente della 3° media del plesso Anile-Manzoni di Catanzaro
Buon pomeriggio. Sono un ragazzo della 3° media del plesso Anile-Manzoni; questa mattina durante la pausa dalla video lezione di italiano, c’è giunta una notizia, il Tar catanzarese ha sospeso l’ordinanza del nostro sindaco Sergio Abramo. Inizialmente ho pensato fosse uno scherzo, o che l’articolo fosse sbagliato, ma ricontrollando meglio, mi accorsi che ciò che era scritto fosse vero. Sono mesi, che noi ragazzi delle medie, andiamo a scuola in presenza e vorrei farvi vedere le condizioni in cui siamo: termosifoni mal funzionanti, un massimo di 50 centimetri di distanza e fino a poco fa anche la lavagna interattiva multimediale (LIM) fuori uso.
Non voglio elencare altri fattori che potrebbero far notare la debolezza dell’istruzione qui in Italia, (soprattutto in Calabria), mi voglio rivolgere agli adulti, soprattutto ai genitori che hanno fatto questa richiesta al Tar, CI TENETE AI VOSTRI FIGLI?
Sono uno studente che va bene a scuola, mi trovo bene a fare didattica in presenza, ma ritengo fondamentale chiudere in questi giorni, per la nostra salute, quella dei nostri genitori e quella dei nostri nonni.
Ed ora un’ultima cosa, noi studenti dall’inizio dell’anno scolastico non ci sentiamo rappresentati, veniamo considerati quasi come delle “bestie”, questo è un periodo difficile per tutti, ma soprattutto per noi giovani, che non stiamo crescendo in una degna adolescenza, non aspettiamo altro che abbracciarci di nuovo e di ritornare alla vecchia vita.
NON RAPPRESENTATI
Nicolò Paradiso
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