di ENZO COSENTINO
Il gioco del pallone è lo spettacolo più bello del mondo. In Italia è l’esaltazione di una democrazia, più che liberale, libera. Chi ama visceralmente questo sport - e lo segue senza soluzioni di continuità- dentro di se si può sentire un potenziale “allenatore”.
Paragonerei questo effetto provocato dal calcio, partendo dalla precedente considerazione, a quello che in questi tempi sta facendo la maledetta pandemia. Che rispetto al gioco del pallone produce danni, uccide, fa paura, preoccupa, scopre il “vaso di Pandora” del nostro sistema sanità. Così come nel gioco del calcio, nella pandemia da Covid ci sentiamo tutti…scienziati. Il calcio è un gioco, la pandemia è una cosa seria.
Che lungo preambolo. Forse inutile? Forse calzante con le poche azzardate considerazioni esternate di seguito. E parto dal balletto delle ordinanze di taglio politico e di taglio giuridico che in Calabria sta diventando quello riferito al mondo della Scuola e alle ordinanze di chiusura. Il presidente ff della nostra Regione, Nino Spirli, come nell’immaginario collettivo sono considerati tutti o quasi i politici, potrebbe anche essere discutibile. Però, sulla vicenda “chiusura generalizzata” delle Scuole a causa del virus, ha seguito una sua logica del buon senso: il virus esiste, ora è sceso in campo con nuove altrettante pericolose “varianti” e il rischio contagi è dietro la porta di ogni casa, incombe ovunque c’è traffico di persone, affollamenti, scarsa osservanza delle regole.
Ma le motivazioni scientifiche della ordinanza presidenziale sulla chiusura sono state bocciate dal Tar a seguito dei ricorsi presentati da associazioni di genitori che non ammettono la chiusura o la didattica a distanza. Anche loro avranno - ritengo - comitati tecnico-scientifici a sostegno. Ed il Tar, dall’alto della sua responsabilità giuridica, sentenzia favorevolmente. In Calabria a macchia di leopardo, però, anche tanti sindaci si “purgano in salute” dinanzi ad insorgenze di casi di contagio nei rispettivi territori e diventano anche loro degli Spirli.
La pandemia non è il gioco del calcio, dove tutti si possono improvvisare allenatori della squadra del cuore. E’ qualcosa di molto più serio. Per individuare le tattiche da adottare lasciamo che siano gli scienziati a farlo. Dobbiamo pretendere al di là del ricorso giurisprudenziale che a parlare, però, siano gli scienziati con la “S” scritta così, altrimenti non andremo da nessuna parte!
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