Se si esporta "fisicamente" il modello Catanzaro in Regione. Le alchimie al Comune

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Sergio Abramo con Matteo Salvini
  19 gennaio 2020 12:38

di GABRIELE RUBINO

Sarà anche stata una visita “istituzionale”. Matteo Salvini al comune di Catanzaro assieme al sindaco Sergio Abramo ha però un indubbio retrogusto politico. Lo ha perché se il leader della Lega afferma che occorre “esportare in Calabria il modello Catanzaro”, altro non è che un chiaro endorsement per il futuro. Cosa che Salvini non ha mai fatto con il “modello Cosenza”, bocciando prima la candidatura alla Presidenza di Mario Occhiuto, pur “accettando” dopo quella di Jole Santelli, che della città bruzia è stata a lungo vicesindaco.

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Questo accade ad una settimana di distanza dall’evento politico di Forza Italia, a cui Abramo era presente come componente del “centrodestra”, in cui Domenico Tallini sugli alleati verdi aveva detto: “Si chiama Lega Salvini si legge Lega Nord”.

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L’IPOTESI DI UN ASSESSORATO REGIONALE E DEL VOTO ANTICIPATO- Il fatto che un uomo vicino ad Abramo come Filippo Mancuso sia candidato della Lega nella circoscrizione centro aggiunge un elemento di sostanza al quadro di un sindaco di Catanzaro che, quando dice di essere del centrodestra, implicitamente significa più vicino al partito di Salvini che a quello di Berlusconi. A maggior ragione dopo che il Cavaliere ha fatto il nome di Santelli piuttosto che il suo per la Presidenza della Regione.
Ma non è detto che Abramo non possa rientrare dalla finestra nella squadra di governo regionale. Un assessorato, in quota Lega, potrebbe stuzzicare. Lo scenario reggerà se la Lega otterrà un gran risultato fra circa una settimana e Filippo Mancuso sarà eletto consigliere regionale. A quel punto si potrà battere cassa. A patto che la delega sia di peso (almeno il bilancio) in grado di controbilanciare l’azzardo del voto anticipato al comune e alla Provincia vista l’incompatibilità delle cariche. Per ora è una suggestione, ma qualche segnale in questa direzione nell'incontro di venerdì sembra essere arrivato.

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LE ALCHIMIE NEL CENTRODESTRA- Ci sono, insomma, tutti i presupposti per un profondo cambiamento nella politica catanzarese, anticipato dai posizionamenti di queste elezioni Regionali e che si consolideranno con i risultati finali.
Rispetto all’attuale assetto in Consiglio comunale, il gruppo di Forza Italia avrà in dote Rosario Lostumbo (candidato nella circoscrizione centro) dopo l’avventura con Ciconte nel 2017, e Antonio Angotti, deluso del gruppo di Catanzaro da Vivere. Da decifrare fino all’ultimo sarà Eugenio Riccio del misto (avvistato da Tallini una settimana fa, ma in buoni rapporti con Mancuso e con un altro "suo" uomo candidato). Antonio Triffiletti, sempre del misto, appoggia pubblicamente il candidato della Lega Pino Macrì. L’ago della bilancia, in mezzo alla tensione fra i gruppi Abramo-Tallini, è Catanzaro da Vivere. Senza Baldo Esposito in Consiglio regionale, se la gioca con Francesco De Nisi di Vibo Valentia nella lista Casa delle Libertà, la pattuglia guidata da Marco Polimeni dovrà ripensare la strategia.

LA SITUAZIONE NEL CENTROSINISTRA- Nel centrosinistra c’è un derby interno al Pd. Con Fabio Guerriero a Palazzo Campanella ne esce molto rafforzato il fratello Roberto. Dall’altro lato, Sergio Costanzo e Nicola Fiorita hanno puntato su Libero Notarangelo. La scommessa del leader di FareperCatanzaro, peraltro, ha creato malumori all’interno del suo movimento. Mentre, per come si è messa, il docente dell’Unical ha tanti pensieri, ma non una nuova candidatura a sindaco.
Vuoi l’effetto dell’inchiesta delle commissioni e vuoi quello delle elezioni Regionali, tra una settimana anche il comune di Catanzaro muterà pelle.

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