"Se ti incontro quello che rimarrà vivo non sei tu": nel Vibonese stalker condannato a 3 anni e mezzo

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images "Se ti incontro quello che rimarrà vivo non sei tu": nel Vibonese stalker condannato a 3 anni e mezzo
Nel pezzo Salvatore Iannone e i genitori di Davide Ferrrerio
  15 settembre 2025 12:52

La Corte di Appello di Catanzaro III Sezione Penale, presidente Antonio Battaglia, ha condannato Paolo Caselli a 3 anni e 6 mesi di reclusione. L’imputato, 40 anni di Ferrara, era stato condannato il 27 febbraio scorso dal Tribunale Penale di Vibo, Giudice dott. Luca Bertola, a 4 anni e 6 mesi.
Il Caselli aveva impugnato la sentenza presso la Corte di Appello di Catanzaro che però ha confermato la grave condotta, per aver negli anni minacciato e molestato un imprenditore di Limbadi, Giuseppe Rizzo, difeso dall’ Avv. Sabrina Rondinelli, costringendolo a modificare le proprio abitudini di vita. Tutto ebbe inizio con l’acquisto di ricambi di auto e da allora si è trasformato tutto questo in una mera persecuzione nei confronti di Rizzo .
L’uomo, già con precedenti penali, da oltre due anni ha posto condotte persecutorie e minacce nei confronti del Rizzo, titolare della RizzoRace, ditta che si occupa di compravendita di auto storiche .
Il Sig. Caselli ha mandato oltre mille messaggi sia sui social che per via messaggistica di minacce anche all’incolumità del sig. Rizzo e della sua famiglia .
"Se ti incontro per strada quello che rimarrà vivo non sei tu", "Spero che ti venga un cancro e muori": sono solo alcuni dei tanti messaggi ricevuti ed allegati alla querela che la Procura della Repubblica di Vibo ha acquisito da due anni ad oggi .
Nei confronti di Caselli la Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha aperto altri 3 procedimenti penali a seguito delle querele depositate da Rizzo, viste le continue molestie subite anche dopo la sentenza di febbraio .
Non solo di persona: anche attraverso la pagina social "Pol Waller", Caselli non solo si è reso protagonista di attività persecutoria nei confronti di Rizzo, ma contattava tutti gli amici “social” di Rizzo minacciandoli di non aver rapporti lavorativi con lui visto che era un truffatore o addirittura minacciava anche loro in quanto amici del Rizzo.
La Corte di Appello do Catanzaro, all’udienza del 12 settembre, ne ha confermato la grave condotta condannandolo a 3 anni e 6 mesi di reclusione oltre il risarcimento della parte civile.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner