Fiumi di droga e traffico di armi da guerra al centro dell'operazione "Secreta Collis" portata alla luce questa mattina dalla DDA di Catanzaro e che ha portato all'esecuzione di 20 fermi e 12 indagati a vario titolo in una presunta e pericolosa organizzazione criminale con collegamenti ad articolazioni di ’ndrangheta che operano anche in territori diversi rispetto a quello catanzarese.
Tra le varie posizioni poste al vaglio degli inquirenti, snocciolando l'ordinanza di fermo disposta dai sostituti procuratori Antonio De Bernardo e Veronica Calcagno, è particolarmente evidente il ruolo non proprio da spettatrici che le donne si sarebbero ritagliate nell'attività illecita portata avanti dai propri mariti e compagni.
Donne sempre più protagoniste con chiare intenzioni - deducibili dalle intercettazioni - volte a conoscere ed approfondire fatti, persone e avvenimenti che si muovono attorno alla propria sfera familiare. Donne che sfatano il luogo comune di assoggettamento all'attività criminale ma che ne diventano complici e fautrici.
Tra queste vi è Loredana Ferraro (24 anni), tra i 20 destinatari di fermo, coniuge di Marco Riccelli (34 anni), accusata di aver detenuto sostanza stupefacente per l'associazione, nonché essere incaricata sia di contattare i clienti per offrire loro la sostanza stupefacente sia di indirizzare altri spacciatori che lavorassero per l'associazione.
Il ruolo di Ferraro appare chiaro agli inquirenti nelle conversazioni che questa intrattiene con il coniuge. Era Riccelli a chiedere alla compagna di recuperargli qualche spacciatore, "altrimenti le cose sarebbero andate male". In tale contesto, la donna chiedeva a chi avrebbe dovuto contattare e il compagno suggeriva di rivolgersi a tutti i suoi amici.
Nei medesimi dialoghi era poi Ferraro ad esternare il suo piacere ad esercitare l'attività di spaccio ma il compagno le ricordava che "il suo compito sarebbe stato quello di creare il contatto con l'acquirente" con la stessa Ferraro intenta a rimarcare la propria capacità a mettersi in contatto con criminali inseriti nel medesimo traffico.
La donna veniva così incaricata di due incombenze: recuperare clienti e cercare spacciatori per l'associazione. Nel primo caso, rivolgendosi alla cerchia dei suoi amici, offrendo loro l'idroponica, sostanza stupefacente che sarebbe stata nella disponibilità dell'associazione a breve. Nel secondo caso, avendo contezza di chi, tra i suoi amici, fosse dedito allo spaccio.
Ma Ferraro non è l'unica ad avere un ruolo primario nell'inchiesta. Tra i 12 ulteriori indagati figura anche il nome di Marinella Canino (50 anni), moglie di Angelo Posca (53 anni), dimostratasi pienamente inserita nei traffici illeciti posti in essere dal marito.
Il suo coinvolgimento nell'attività di spaccio è stato documentato dal servizio tecnico a carico di Posca, dalla quale sono stati ricavati elementi indiziari che non lasciano margini ad interpretazioni.
Sostanzialmente, all'occorrenza, la donna veniva incaricata dal marito affinché provvedesse ad occultare lo stupefacente appena acquistato o a preparare i quantitativi di droga che sarebbero serviti agli assuntori. Tant'è che in alcuni casi, Posca indirizzava i vati clienti a recarsi presso la sua abitazione in quanto presente la moglie per soddisfare le richieste degli assuntori.
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