Nel corso di un’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Catanzaro sotto il coordinamento della locale DDA, la Procura della Repubblica ha emesso un decreto di fermo di indiziato di reato, nei confronti di 20 indagati, a causa del pericolo di fuga e di gravi indizi nei loro confronti. Dai delitti di porto e detenzione illegale di armi da fuoco, a quelli di stupefacenti, dall’associazione finalizzata al traffico di armi con l’aggravante mafiosa, fino all’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti:
questi i reati a vario titolo ipotizzati.
Il Segretario Generale di SIULP, Felice Romano, sottolinea in un nota la straordinaria capacità mostrata ancora una volta dalla Polizia di Stato nella difficile e quotidiana lotta contro il fenomeno mafioso: “Un plauso a tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato, i quali, coordinati dalla DDA di Catanzaro – spiega Felice Romano – hanno portato a termine un’operazione di grande importanza, e di straordinaria entità visto che è stato inferto un duro colpo alla ndrangheta catanzarese, alla luce del sequestro di uno dei più grandi arsenali in possesso della criminalità organizzata”.
“La professionalità di questi operatori – continua Romano – è centrale nell’attività della Polizia di Stato e come SIULP da tempo chiediamo al Governo di adottare tutti i provvedimenti necessari affinché non vada in alcun modo dispersa. Alla luce dell’esodo in
corso, a causa dei tanti pensionamenti, si corre il rischio reale di veder disperso il bagaglio di competenze acquisite dai poliziotti in decenni di esperienze maturate in servizio, e ricostruire tale professionalità nelle generazioni future, senza un accurato affiancamento con il personale prossimo alla quiescenza, sarà estremamente difficile, se non impossibile”.
“L’’operazione di Catanzaro – conclude Romano - mostra ancora una volta la forza, la competenza e le professionalità di tutti gli operatori della Direzione Distrettuale Antimafia consapevoli che non si dovrà mai abbassare la guardia, perché la presenza di attività illecite drena le risorse di un territorio, ne impoverisce le possibilità di sviluppo, condannando la comunità ad una mancanza di sicurezza e di pace civile”.
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