Segregato in casa a Vallefiorita, l'associazione Emergenza Sanità Girifalco interviene sulle strutture psichiatriche che mancano

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images Segregato in casa a Vallefiorita, l'associazione Emergenza Sanità Girifalco interviene sulle strutture psichiatriche che mancano
Il caso

“Dopo la denuncia, ora la D’Urso si faccia portavoce per dare risposte a questo genere di problematiche. Si rilanci e si potenzia il centro di eccellenza psichiatrica di Girifalco, dando risposte a tutto il territorio”.

  07 febbraio 2022 17:31

Un caso che continua a far  discutere. E' la vicenda della presunta segregazione in casa di un ragazzo psichiatrico di Vallefiorita che  ha fatto emergere la mancanza di strutture specialistiche in Calabria. E non solo.

Il tutto è partito da una inchiesta di Barbara D'Urso. Nella puntata del 28 gennaio 2022 scorso, la conduttrice ha dato ampio spazio alla storia di Giuseppina e di suo figlio. Tutto era iniziato con la segnalazione di un medico che parlava di un ragazzo segregato in casa, in un piccolo paese in Calabria nel catanzarese, e di una madre che si approfittava di questa situazione, ma poi  le cose si sono poi ribaltate.

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I giornalisti di Canale 5 erano arrivati a Vallefiorita dopo questa segnalazione. Si parlava di un ragazzo di 20 anni che viveva legato, un ragazzo che sembrava essere un cavernicolo, che non sapeva parlare, camminare, mangiare, andare in bagno da solo. Un ragazzo che poi, era stato portato in una struttura, dove è ricoverato da un mese.

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 Una versione che, tuttavia, è stata ribaltata dalla signora Giuseppina e dal suo avvocato, che hanno raccontato una storia opposta e la conduttrice, ha voluto dare spazio anche alla versione della donna. Giuseppina ha mostrato una casa completamente inagibile: senza vetri alle finestre, senza riscaldamento, senza un bagno degno di questo nome, con muffa, perdite, pericoli in ogni angolo. Ha raccontato di suo figlio che ha fatto le scuole, che sa parlare, che esce quando possibile. Ma che è un ragazzo difficile, violento, ma anche molto intelligente. Ha spiegato che mangia, va in bagno da solo, ma anche che ha sempre cercato una struttura per lui, senza che nessuno lo volesse. Rifiuta ogni accusa: non lo ha legato, suo figlio non è mai stato segregato.

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Sul caso del 27 enne di Vallefiorita, interviene ora l’associazione Emergenza Sanità Girifalco.

Il sodalizio si rivolge al commissario straordinario per la sanità e presidente della giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, all’assessore alle politiche sociali, Tilde Minasi, e al direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Ilario Lazzaro.

“Nei giorni scorsi, la Calabria e in particolare l’area centrale dell’istmo catanzarese, di cui Girifalco è epicentro, è stata al centro di un dibattito sviluppatosi nella trasmissione “Pomeriggio 5” condotto da Barbara d’Urso. In detta occasione – si legge nella richiesta presentata ufficialmente - sono state evidenziate una serie di lacune del sistema di assistenza nei confronti di un ragazzo (residente in un paese vicino) affetto da serie patologie d’interesse psichiatrico”.

“Pur lodando l’immediata risposta che le autorità locali hanno, da subito, fornito al caso concreto e nella consapevolezza della sensibilità che  stanno dimostrando verso l’efficientemente dei servizi specialistici in sanità, sorge spontaneo – scrivono - rappresentare alcune circostanze che magari non hanno ottenuto, allo stato, la giusta considerazione”.

Ed in particolare; “Girifalco è, da oltre un secolo, conosciuta per il radicamento di una struttura manicomiale, oggetto di tante vicissitudini e di importanti studi scientifici, anche successivamente alla riforma introdotta dalla legge “Basaglia”. Tanto è che, ancora oggi, sul piano sanitario regionale le strutture ivi esistenti sono classificate “Centro d’Eccellenza Psichiatrica” e la volontà manifestata, di recente, dalla Regione e dal Governo di istituirvi la REMS, ne è prova concreta”.

“Ragioni poco oggettive hanno portato, in passato, ad un graduale ed immotivato depauperamento dei servizi presenti nella struttura che, ad oggi, si occupa dell’assistenza delle persone rimaste dai residui manicomiali, con una struttura riabilitativa complessa (ma l’organico è ridotto all’osso), oltre a un presidio ambulatoriale e Day hospital del CSM (seppur smembrato) e, nel contempo, flebili interessi di scarso interesse sociale hanno cercato di orientare talune iniziative d’intervento nel settore verso i grossi ospedali, dove, ovviamente, la psichiatria  - sottolineano - non può certo ricevere adeguata attenzione”.

“I cittadini, in questi giorni, hanno accolto con estremo favore la strategia del nuovo Presidente della Regione che ha manifestato l’intenzione di rafforzamento della rete sanitaria territoriale, per invertire, tra l’altro, i flussi di migrazione sanitaria e i fatti descritti dalla trasmissione televisiva su citata evidenziano quanto sia improcrastinabile potenziare e rafforzare centri specialistici come quello di Girifalco – evidenziano - che potrebbe fornire servizi d’eccellenza capaci di impedire, anche in questa materia, un’inevitabile emigrazione di pazienti verso altre regioni”.

 

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