di STEFANIA PAPALEO
Sei mesi in carcere per rapina aggravata. Contro di lui un riconoscimento fotografico del figlio della vittima e della sua fidanzata. Oggi la richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Domenico Assumma, di condannarlo a 4 anni e 2 mesi di reclusione. Ma il gup, Barbara Saccà, ribalta tutto e lo assolve "per non aver commesso il fatto", permettendo così al quarantottenne Cosimo Berlingieri di ritornarsene a casa in piena libertà.
Ad avere la meglio è stata la tesi difensiva portata avanti dall'avvocato, Alessio Spadafora, che, fin dall'inizio, ha tentato di far crollare l'attendibilità del riconoscimento fotografico avvenuto, a suo dire, dopo ben tre mesi dal fatto e in contrasto con un primo esame di foto del soggetto che aveva dato esito negativo nell'immediatezza della rapina che si è verificata nel tardo pomeriggio del 31 dicembre 2018 in un appartamento di via Pascali. Di più. Il legale, infatti, ha messo in discussione l'intero metodo investigativo seguito dai poliziotti per arrivare all'identificazione di Berlingieri, nella cui abitazione si erano spediti in tutta fretta per una perquisizione, ancora prima di qualsiasi indicazione data dal figlio del proprietario dell'appartamento, nel quale erano stati rubati dei gioielli nascosti in una scatola posta su un armadio.
Ad accorgersi del furto erano stati il figlio e la fidanzata di quest'ultimo che si trovavano in un appartamento posto all'ultimo piano dello stesso stabile. Mentre il giovane si trovava in ascensore, era stata la ragazza, scesa dalle scale, ad accorgersi della porta forzata dell'appartamento dei suoceri e il suo urlo aveva attirato l'attenzione del fidanzato che, risalendo dalle scale, si era trovato faccia a faccia con due uomini, uno dei quali lo avrebbe affrontato con un coltello, tirandogli poi un pugno in volto che lo aveva fatto finire steso a terra.
A raccontarlo era stato lui stesso ai poliziotti intervenuti dopo la richiesta di aiuto al 113. Da lì la denuncia, i due diversi riconoscimenti fotografici a distanza di tre mesi l'uno dall'altro e l'alibi - crollato - del Berlingieri, che aveva sostenuto di essersi trovato a casa della figlia a Crotone per festeggiare il Capodanno. Alibi avallato dai parenti e che, tuttavia, non aveva convinto affatto polizia a giudici che lo avevano trascinato in carcere a novembre del 2019, con il rigetto dell'istanza di domiciliari anche da parte del Tribunale del riesame, vantando l'uomo una condanna alle spalle proprio per "evasione" dai domiciliari.
Ma l'avvocato Spadafora non si è dato per vinto, fino ad ottenere questa mattina la sentenza di assoluzione che gli ha permesso di tirare il proprio assistito fuori dal carcere.
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