Concluso nella giornata di ieri il Seminario Giuridico contro il femminicidio Rocca di Neto. Organizzato dal direttivo del Movimento Forense di Crotone. Accreditato e patrocinato dal Consiglio dell”Ordine degli Avvocati di Crotone con 8 Crediti formativi di cui 4 in deontologia ed il patrocinio della prestigiosa Unicusano Crotone / Università Niccolò Cusano in Calabria, del direttore Dott. Cav. Leonardo Maria Rocca. Moderato e Introdotto dall’Avv. Salvatore Rocca Consigliere Coa Crotone, membro della Commissione formazione & Cultura e Presidente del Movimento Forense di Crotone.
Nella seconda giornata ci sono stati gli interventi autorevoli degli Avv.ti Teresa Paladini, Stefania Leotta, Elisa Barretta, Teresa Battigaglia, Flaviana Leonardi e del Got. Avv Raffaela Dattolo. Con i Saluti del sindaco di Rocca di Neto il Dott. Alfonso DATTOLO e del Cav. Dott. Leonardo Maria Rocca direttore Unicusano.
L’Avv. Rocca, “Il Fenomeno delle violenze domestiche, fisiche e psicologiche, principalmente sulle donne è di dimensioni allarmanti, sia per il numero delle vittime, sia per l’elevatissima percentuale dei casi non denunciati, proprio in ragione della caratteristica di inabissamento delle vittime sottoposte a violenze e timorose di una rivittimizzazione sociale nel caso in cui le vicende che le riguardano diventino pubbliche.
La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, Convenzione di Istanbul, (ratificata in Italia con Legge del 27 Giugno 2013) riveste un’importanza rilevante a livello internazionale, perché rappresenta il primo strumento al mondo “giuridicamente vincolante” volto a creare un quadro normativo completo a prevenire il diffondersi di ogni forma di violenza contro le donne, in particolare di quella domestica.
La Convenzione affronta, in primo luogo, la prevenzione della violenza medesima, al fine di raggiungere una piena uguaglianza di genere eliminando le discriminazioni nei confronti delle donne, degli stereotipi esistenti e delle pratiche tradizionali provocanti danni alla loro salute. In secondo luogo, si occupa della protezione delle vittime, che riguarda un efficace e tempestivo intervento delle forze dell’ordine, un facile accesso alle informazioni sui propri diritti e, nel contempo, la creazione di strutture e servizi specializzati di sostegno. Nella Convenzione viene delineato un quadro volto ad operare su tre aspetti: la Prevenzione del fenomeno, la Protezione delle vittime e dei testimoni e il Perseguimento degli autori delle violenze.
Con la sentenza del 2 Marzo 2017, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per violazione del diritto alla vita e del divieto di trattamenti inumani e degradanti, in quanto le autorità italiane non sono intervenute per proteggere una donna e i suoi figli vittime di violenza domestica perpetrata da parte del marito, avallando di fatto tali condotte violente (protrattesi fino al tentalo omicidio della ricorrente e all’omicidio di un suo figlio): in particolare viene contestato allo Stato italiano la mancata adozione degli obblighi positivi scaturenti dagli art. 2 e 3 della Convenzione. Nel settembre 2012 la ricorrente, dopo l’ennesima violenza subita dal marito, presenta denuncia per maltrattamenti contro familiari, lesioni e minacce chiedendo altresì alle autorità di adottare misure urgenti al fine di proteggere lei e ipropri figli.
Oggi la violenza domestica e il grave reato sociale del femminicidio stanno degenerando, pertanto, si confida nel legislatore di trovare il giusto rimedio preventivo per eliminare questa piaga sociale.
L’Avv. Rocca: “conclude con una citazione di Papa Francesco - Basta violenza sulle donne, si oltraggia Dio. Forte è il monito di Papa Francesco durante l'omelia della messa celebrata in San Pietro nella Solennità della madre di Dio. "Quanta violenza c’è nei confronti delle donne! Basta! Ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l’umanità, non da un angelo, non direttamente: da una donna. Come da una donna, la Chiesa donna, prende l’umanità dei figli",il Pontefice esorta il mondo a impegnarsi "per promuovere le madri e proteggere le donne". Nel segno della Madre di Dio quindi, ribadisce il Papa che ricorda come Gesù, nato "piccolo e povero" infonde amore non timore. "La sua povertà è una bella notizia per tutti, specialmente per chi è ai margini, per i rifiutati, per chi al mondo non conta. Dio viene lì: nessuna corsia preferenziale, nemmeno una culla! Ecco la bellezza di vederlo adagiato in una mangiatoia". Maria, spiega, "ha dovuto sostenere 'lo scandalo della mangiatoia'": "Che cosa c’è di più duro per una madre che vedere il proprio figlio soffrire la miseria? C’è da sentirsi sconfortati. Non si potrebbe rimproverare Maria se si fosse lamentata di tutta quella inattesa desolazione. Ma lei non si perde d’animo. Non si sfoga, ma sta in silenzio. Sceglie una parte diversa rispetto alla lamentela": custodisce e medita. Non respinge ciò che accade, conserva nel cuore, unendole, ogni cosa, le cose belle e anche le cose difficili da accettare "il pericolo corso per essere rimasta incinta prima del matrimonio", "l’angustia desolante della stalla dove ha partorito", "non seleziona, ma custodisce. Accoglie la realtà come viene, non tenta di camuffare, di truccare la vita, custodisce nel cuore". "Maria è cattolica, perché unisce, non separa. E così afferra il senso pieno, la prospettiva di Dio", precisa Francesco che scandisce: "La Chiesa è madre, la Chiesa è donna", "non possiamo trovare il posto della donna nella Chiesa senza rispecchiarla in questo cuore di donna-madre. Questo è il posto della donna nella Chiesa, il gran posto, dal quale derivano altri più concreti, più secondari".
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