Senso del dovere, integrità e coerenza: la grafia di Falcone esaminata dal grafologo calabrese Cinerari

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images Senso del dovere, integrità e coerenza: la grafia di Falcone esaminata dal grafologo calabrese Cinerari
Claudio Cinerari
  22 maggio 2025 20:54

“La scrittura così come una fotografia ha quello straordinario potere di fermare il tempo, lasciando una traccia indelebile di noi stessi che si tramanda da generazione in generazione, tenendo viva la memoria e i ricordi. Oltre a tutto ciò che è materialmente tangibile ci sono poi le azioni concrete di ognuno di noi, poste in essere giorno dopo giorno con coraggio e determinazione, azioni frutto di scelte, scelte che in alcuni casi diventano vere e proprie missioni.

Nel 33° anniversario della strage di Capaci (PA), avvenuta il 23 maggio 1992 in cui Giovanni Falcone e la sua consorte Francesca Morvillo (entrambi magistrati),unitamente agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro persero la vita in un vile attentato di mafia, terremo vivo il suo ricordo esaminandone assieme la scrittura, dalla quale emergono molti elementi caratteristici della personalità, quella personalità che non smetterà mai di esser un esempio per tutti noi e per le nuove generazioni.

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Il manoscritto che prenderemo in considerazione per far ciò è una lettera inedita inviata da Giovanni Falcone ad un praticante avvocato palermitano (foto allegata).

La scrittura è di calibro piccolo e particolarmente accurata, si nota sin da subito l’inclinazione dello scrivente all’ordine, alla precisione e al forte senso del dovere, caratteristiche che ritroviamo sia nella direzione aderente al rigo orizzontale che nell’inclinazione con asse verticale della scrittura (indice di fermezza intransigenza).

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E’ inoltre un tipo di scrittura grafologicamente rifinita e “dilatata” nelle asole (ovvero quell’area racchiusa tra le linee ascendenti e discendenti che si formano negli allunghi superiori e inferiori delle lettere b, f, g, l, p, q) indice di immaginazione e fantasia materiale e ideale.

Notiamo anche la presenza di occhielli (tutti quegli ovali che compongono le lettere “a, d, g, o ,qindici di espressione delle proprie idee) a “ruota”, ovvero tracciati in senso orario, invertendo quindi il movimento previsto dal modello calligrafico, indice di una grande abilità nel raggiungere gli scopi e di difesa del proprio lavoro.

Doti come il rigore e la meticolosità già evidenziate prima, le ritroviamo anche nei cd. “tratti accessori” o “gesti fuggitivi” ovvero tutti quei piccoli gesti strettamente personali e inconsapevoli come i tagli delle “t” (che grafologicamente indicano l’atteggiamento della persona con l’ambiente circostante, la capacità e il modo di esprimersi) particolarmente precisi, così come anche i puntini sulle “i” centrati.

Nella scrittura esaminata vi è anche la presenza di molti “lacci” che in grafologia rappresentano tutti quei tratti che tornano indietro formando un’ansa ed un cappio (evidenti nelle lettere g, p ,f) sinonimi di savoir faire ed eleganza nelle capacità relazionali.

Per quanto riguarda le cd. “lettere affettive” rappresentate dalla m e dalla n, notiamo come siano scritte a “coppa” piuttosto che ad arco (ovvero come una “u”), ciò denota apertura e ricettività.

Arrivando alla firma che rappresenta l’io-sociale, il nostro biglietto da visita, il come abbiamo deciso di mostrarci agli altri (a differenza del resto della scrittura che rappresenta l’io-profondo, ovvero come siamo realmente), notiamo l’omogeneità firma/testo in termini di tratto, calibro, forma, indice di coerenza tra vita pubblica e vita privata”.

Lo scrive Claudio Cinerari.

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