“Dopo la Corte d’Assise di Palermo, il tribunale di Locri. Dopo la sentenza choc sulla trattativa Stato-Mafia in cui sono crollate le accuse a carico degli uomini di stato Dell’Utri, Mori e De Donno, con la formula “il fatto non sussiste” o “il fatto non costituisce reato”, arriva la condanna pesante e incredibile a Mimmo Lucano. Non voglio difendere chi, anche con le migliori intenzioni, non abbia rispettato le leggi, ma non si può non notare che su chi è stato capace di erigere un presidio per gli ultimi, in un remoto paesino della Calabria, si sia abbattuta con violenza inedita la clava della legge raddoppiando addirittura anche le richieste del PM, mentre a chi ha trattato con Cosa Nostra sulle stragi mediando su concessioni alla Mafia ogni capo d’imputazione è stato appena cancellato in appello”. E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (L’Alternativa c’è).
“Sostanzialmente c’è da accettare che in nome del Popolo Italiano, Marcello Dell’Utri, per concorso esterno in associazione mafiosa abbia scontato una pena di sette anni, Silvio Berlusconi una di quattro per frode fiscale, mentre a Lucano, in primo grado, vengano inflitti 13 anni di carcere (e oltre 700mila euro da pagare) raddoppiando addirittura la richiesta di pena dei pm, per degli illeciti commessi nella gestione del noto progetto di accoglienza ai migranti – afferma ancora Granato -. Si avverte una svolta sinistra nell’orientamento delle sentenze, che marciano all’unisono con le politiche di impunità di casta promosse dal governo Draghi, per cui la “giustizia” si accanisce pesantemente su chi non ha nulla e ha infranto la legge per motivi umanitari, e salva i potenti che hanno trattato con mafiosi responsabili di efferate stragi, oltraggiando le vittime".
"Mi sembra anche curioso che in questi giorni di chiusura di campagna elettorale, sia arrivata puntuale come la morte questa sentenza – conclude la senatrice Granato -. Con ancora maggiore determinazione, constatato ciò, confermo il mio sostegno alle liste di De Magistris, unica possibilità di reale svolta per la Calabria”. .
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