"Senza voce": Nessuna storia, mille storie e quel senso di sconforto per vite ancora da vivere e già spezzate

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images "Senza voce": Nessuna storia, mille storie e quel senso di sconforto per vite ancora da vivere e già spezzate

  07 giugno 2023 18:02

 La storia senza voce di questa settimana non è una storia. È l’amaro commento di un corsivista sulle vite spezzate di tanti ragazzi, appena adolescenti, che hanno rinunciato alle proprie esistenze ed ai propri sogni, a causa di una dipendenza.

È la storia di Chiara, quattordici anni appena, che inizia poco più che bambina a fumarsi le canne, per poi passare a crack e cocaina, roba costosa, che si paga coi contanti guadagnati con prestazioni sessuali a buon mercato, offerte a chissà chi per quattro spicci. È la storia di Paola, figlia di un padre violento e perennemente ubriaco, che per dimenticare le sue pene decide di abbandonarsi nel finto mondo dell’LSD. È la storia di Francesco, innamoratosi perdutamente di una ragazza molto più grande di lui; imbattutosi, senza volerlo, in un amore tossico che lo allontana dai veri affetti e lo conduce sulla strada dell’alcol e della droga. È la storia di Mario che inizia, nella solitudine della sua stanzetta e dietro lo schermo di un computer, a giocare d’azzardo e finisce con le rapine a mano armata ed i furti in abitazione per ripagare i suoi debiti.

Banner

Le storie di Chiara, Paola, Francesco, Mario e quelle dei tanti ragazzi che ho conosciuto in un noto centro di recupero da dipendenze saranno sulle colonne del prossimo Voce Magazine. Meritano un po’ di spazio in più ed i caratteri della carta stampata. Il web è uno spazio meraviglioso, ma non regala lo stesso sapore e gli stessi profumi di un foglio macchiato d’inchiostro. Per questo motivo, dovrete attendere qualche settimana per conoscere meglio i ragazzi che ho incontrato e le loro tristi vicissitudini.

Quello che oggi voglio tentare di trasmettervi invece, è il profondo senso di sconforto che ho provato mentre ascoltavo i racconti di vite ancora da vivere e già ampiamente spezzate. Per essere sincero, ho sentito anche un pizzico di angoscia per quei ragazzi sfortunati, al pensiero di un futuro, per loro, ancora più incerto che per altri.

Banner

Non vi nego che uscito dal centro, mi è tornato in mente il romanzo di Pierpaolo Pasolini, “Ragazzi di vita” ed ho rimuginato sul fatto che dal 1955, anno di pubblicazione del libro, nulla è cambiato. Almeno in termini di disagio sociale dei giovani e, ahimè, dei giovanissimi. Cambiano gli attori, cambiano le epoche, cambiano perfino le età (ridottesi drasticamente): a non cambiare mai, purtroppo, è la sconcertante impotenza degli adulti nel proteggere i propri figli da un mondo malato come il nostro.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner