di MARCO AZZARITO CANNELLA
Non ho voce per raccontare questa storia. Questa volta proprio non riesco a trovarle, le parole. La tristezza, lo sbigottimento, il senso di smarrimento sono troppo profondi per essere messi nero su bianco.
Ci sono cose che segnano la vita di ognuno di noi. Accadono. Semplicemente. Anche se non vorresti mai, anche se nemmeno le immagini, anche se proprio non riesci a fartene una ragione. Alcune notizie arrivano così, in una calda giornata di giugno, mentre imprechi per il ritardo che stai accumulando dopo una lunga giornata di lavoro, in coda sulla solita strada statale quando vorresti già essere a casa.
Ci sono cose che succedono, non sai nemmeno per quale motivo, e sconvolgono i tuoi piani, le tue idee, perfino le tue consapevolezze. I tuoi problemi all’improvviso diventano piccoli piccoli, quasi non esistono, spariscono di fronte a quello che ti hanno appena detto. Non ci credi, non realizzi, speri si tratti di uno stupido errore. Poi arriva la seconda, la terza, la quarta telefonata. Un errore non è, purtroppo.
La notizia è vera, per quanto irreale possa sembrare. Qualche giorno fa, è venuta a mancare all’improvviso una persona speciale. Un ragazzo di appena ventitré anni. Non un ragazzo qualsiasi, ma il fratellino di una delle mie migliori amiche. Di quelle che conosci da una vita, che magari non vedi da un po’, che non frequenti assiduamente, ma che sai esserci. Sempre e comunque. Perché, in fondo, essere amici vuol dire questo. Esserci, al di là del tempo ed al di là dello spazio.
Quando ho saputo la notizia della scomparsa del “piccolo” Luca, sono rimasto così. Senza parole. Senza fiato. Senza voce. Per ventiquattr’ore ho vissuto in una bolla, senza riuscire a capire come sia possibile che, in un giorno qualsiasi, tutto posso cambiare improvvisamente.
Ho pianto come non mi succedeva da non so nemmeno io quanto. Mi sono immedesimato nel dolore di una sorella che non rivedrà mai più un pezzo della sua vita. Del suo cuore. Anche io ho un fratello più piccolo che vive lontano e non sono sicuro che riuscirei a sopportare il peso della sua mancanza, per tutto il tempo che mi resta ancora su questo mondo.
Ho sentito il petto chiudersi ed il cuore spezzarsi, mentre l’ansia profonda bussava forte tra le pareti dello stomaco. Ancora oggi non riesco a realizzare un fatto drammaticamente semplice. Luca non c’è più. Non c’è più la sua risata, non ci sono più i suoi splendidi riccioli, non ci sono più i suoi tiri liberi e la sua voglia di vivere.
L’ho visto nascere, crescere e diventare uomo. Luca era la mascotte del nostro gruppo, ai tempi del liceo. Non ho conosciuto molto della sua vita da grande, per me è sempre rimasto quel bambino che sapeva a memoria tutte le capitali del mondo e tirava al cesto sul lungomare.
Erano mesi che non lo vedevo, studiava fuori. Voleva diventare un professionista come il suo papà. Come sua sorella. Non ha avuto il tempo per dimostrare il suo valore, un destino amaro lo ha portato via troppo presto. Lo ho sottratto a tutti quelli che gli volevano bene, senza preavviso. Così, in un giorno qualunque.
Ciao Luca, fai buon viaggio e, se puoi, da lassù proteggi tutti quelli che ti hanno voluto bene. Noi, quaggiù, ti porteremo sempre nei nostri pensieri.
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