“Quella per la costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia per il nostro sindacato è una delle più sofferte battaglie condotte negli anni per la tutela dei bisogni e della qualità di salute dei cittadini vibonesi. Con la notizia del sequestro, da parte della Guardi di Finanza, dei lavori di sistemazione idrogeologica del fosso Calzone e della raccolta delle acque bianche complementari ai fini della realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia, e la contestuale notifica sette avvisi di garanzia, si scrive un’altra brutta pagina di una delle storie più districate e complesse tra quelle che raccontando di investimenti pubblici nella provincia vibonese. Non possiamo che essere preoccupati e allarmati per l’ennesimo stop alla realizzazione di una struttura necessaria per questo territorio, sia da punto di vista sanitario che da quello del mantenimento del livello occupazionale”.
E’ quanto afferma Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo in merito al sequestro dei cantieri del nuovo ospedale di Vibo Valentia.
“Si tratta di un opera pensata male e realizzata peggio dalla politica che come spesso succede struttura percorsi contorti guardano agli interessi di autoconservazione e vantaggio personale piuttosto che mirando all’efficienza della gestione dei soldi pubblici – afferma ancora Scalese -. A fare le spese sono i cittadini calabresi che sacrificano all’altare dell’incompetenza della classe dirigente il proprio diritto alla salute. Nel corso della pandemia che non abbassa la propria carica virale, stiamo imparando drammaticamente sulle nostre spalle cosa significa non poter contare su un sistema sanitario organizzato ed efficace realizzato sulla base di strutture moderne e qualificate, e in questi termini Vibo Valentia ha già pagato un caro prezzo queste carenze ataviche in termini di vite umane. Abbiamo assistito per anni al crescente disagio lavorativo di tutto il personale sanitario, in grave carenza di organico e alle violazioni dei loro diritti e istituti contrattuali, oltre che registrato continuamente i servizi carenti e insufficienti a danno dei cittadini per la diminuzione dell’offerta dei servizi ospedalieri e territoriali, e per i presidi fatiscenti che non offrono adeguata sicurezza. E’ necessario quindi – conclude Scalese – che si discuta seriamente di come affrontare le conseguenze dell’ennesimo stop che porta al nuovo ospedale, quello che comporta dal punto di vista sanitario e occupazionale è un problema di cui politica e istituzioni devono farsi carico immediatamente. Nei prossimi giorni inviteremo il commissario ad acta per il Piano di rientro in sanità, prefetto Guido Longo, a convocare le forze sindacali in maniera unitaria per discutere dell’annosa vicenda nelle varie declinazioni”.
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