Sergio Dragone: “E se tornassimo alla vecchia provincia chiamandola Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia?”

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  16 novembre 2025 08:43

di SERGIO DRAGONE

I Comuni delle Serre che hanno espresso la volontà di tornare nella sfera istituzionale della Provincia di Catanzaro hanno toccato un nervo scoperto da più di trent’anni. Da quando cioè la vecchia Provincia venne smembrata per creare due nuovi Enti intermedi a Crotone e a Vibo Valentia. All’epoca si generarono nelle due città consorelle grandi aspettative per l’ottenuta “indipendenza” dal potere politico di Catanzaro. Si pensava che ottenendo  più autonomia istituzionale (un presidente, una giunta, un consiglio provinciale) e la riproposizione in ogni realtà degli organi dello Stato (Prefettura, questura, uffici ministeriali) e di quelli camerali, Crotone e Vibo Valentia avrebbero avviato una grande stagione di progresso e benessere.

A distanza di più di trenta anni è lecito porsi una domanda: la “tripartizione” della vecchia Provincia di Catanzaro  ha portato effettivi benefici alle realtà territoriali interessate? Crotone e Vibo Valentia hanno recuperato il gap socio-economico che imputavano all’ “egoismo” del potere catanzarese?

La risposta l’hanno data proprio i sindaci dei Comuni delle Serre che hanno espresso un forte disagio e una altrettanto forte delusione dal ruolo svolto in questi decenni, in termini di servizi e di sviluppo, dalla Provincia di Vibo Valentia. Al punto che chiedono di tornare nella Provincia di Catanzaro.

Ma una risposta ci viene anche dai dati di tutte le indagini statistiche. Sono anni che Crotone e Vibo occupano stabilmente gli ultimi posti della classifica sulla Qualità della Vita stilata dal Sole 24 Ore, con risultati disastrosi in quasi tutti gli indicatori presi in esame dai ricercatori universitari. Tutto ciò nonostante le straordinarie potenzialità di questi territori: si pensi al ruolo turistico della Costa degli Dei, dei parchi archeologici della Magna Graecia, del sistema dei castelli.

E allora cosa è servita questa ultratrentennale “tripartizione”? Sicuramente a dare sfogo a spinte campanilistiche, a fare proliferare poltrone e incarichi, non certo posti di lavoro e servizi per i cittadini.

La coraggiosa posizione dei sindaci delle Serre pone una questione molto seria e che la classe dirigente delle attuali tre Province dell’Area Centrale avrebbe il dovere di affrontare, senza farsi condizionare dal campanile e dagli interessi elettorali.

E’ dunque impossibile pensare ad un ritorno al vecchio impianto istituzionale di una sola Provincia nell’Area Centrale? Invece di tre Province “deboli” e politicamente irrilevanti, si tornerebbe ad avere una Provincia grande, forte e unita, capace di farsi rispettare nelle sedi che contano, ovviamente nel rispetto delle singole identità di ognuna delle tre grandi città. E soprattutto di “fare sistema” nel turismo, nella logistica, nella sanità e nella formazione.

Devo ricordare che nel 2012 il governo Monti, con un decreto-legge poi dichiarato anticostituzionale, aveva riordinato tutte le Province italiane, riducendole drasticamente in base a requisiti minimi di popolazione ed estensione territoriale. L’ipotesi contenuta in quel decreto-legge era di riaccorpare le tre Province calabresi centrali, lasciando inalterata quella di Cosenza e salvaguardando la Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Poiché la strada del riordino generale delle Province italiane non è all’ordine del giorno del Parlamento, l’unica possibilità sarebbe avviare l’iter per la costituzione di una nuova Provincia che, così come aveva previsto il decreto-legge Monti, potrebbe chiamarsi “Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia”.

Qualche timido passo in avanti verso questa direzione per la verità si è registrato. Al posto delle tre piccole Camere di Commercio, oggi è attiva la sola Camera di Commercio “Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia”. E anche la legge elettorale regionale riunisce in un’unica circoscrizione i tre territori.

Sono ben consapevole che questa proposta avrà sulla classe politica calabrese lo stesso effetto di un film dell’orrore. Molti grideranno allo scandalo e rivendicheranno con orgoglio l’autonomia, parlando di nostalgico ritorno al passato. Molto meglio continuare ad avere tre piccole e inconsistenti Province, anche in lotta tra loro, a cui rendere solo piccole e inconsistenti “mance”. Basta guardare gli assetti del potere regionale attuale per rendersi conto che conviene a tutti mantenere la “tripartizione” della vecchia Provincia di Catanzaro. Ma la “lezione” che ci viene dai sindaci delle Serre non sarà possibile ignorarla.


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