di SERGIO DRAGONE
“Un concerto incredibile con un’atmosfera unica: oltre tutto, iniziò a piovere in un posto dove tendenzialmente non piove quasi mai. Quindi, suonammo per quasi tutto il tempo mentre diluviava, con la gente che era posizionata sulla collina che scivolava giù poco a poco. Un grande e incredibile paciugo, tra fango, terra e acqua. Il pubblico è stato come sempre eroico. Quei ragazzi sono veramente degli eroi, e lo dico perché ancora oggi non riesco a capacitarmi di quello che sono capaci di sopportare per assistere a un mio concerto. Stanno magari sotto l'acqua per ore o addirittura per giorni, poi la sera dello show si liberano, si divertono come dei matti e vanno a casa contenti. Che cosa posso dire? Sono esterrefatto.”
Il lungo post con cui l’altro ieri Vasco Rossi ha ricordato sulla sua pagina facebook il megaconcerto gratuito di Catanzaro (25 settembre del 204, quattrocentomila persone assiepate sulle colline di Germaneto), andrebbe dedicato a colui che quell’evento lo ha letteralmente costruito, ideato e organizzato: Rino Amato, ingegnere con il pallino della musica, del calcio e della politica.
Rino, che quasi tre anni fa è andato via in silenzio, era un personaggio a suo modo unico e inimitabile. Carattere scontroso (ma solo per nascondere un’intima timidezza che non tutti riuscivano a cogliere), molto sensibile e un po' chiuso, era dotato di un’intelligenza realmente fuori dal comune.
Assolutamente padrone della sua professione, amava l’organizzazione dietro le quinte piuttosto che i riflettori. Quel grandioso evento, passato alla storia come Vascstock (neologismo creato dallo stesso Vasco per un ideale collegamento allo straordinario raduno di Woodstock nel 1969), scaturì in buona parte dalla mente e dalla genialità di Rino Amato. Sembrava una missione impossibile, sia per gli alti costi organizzativi (nonostante la gratuità, nemmeno un euro al Komandante) sia per la difficoltà di fare capire alla politica l’importanza di quell’appuntamento.
Rino è stato l’anima del Vascstock, l’infaticabile organizzatore che ha trasformato un’area sconfinata e un po' desolata in un immenso palcoscenico. Non si ha l’idea del lavoro che è stato necessario per realizzare il mega-palco, per attrezzare tutto il sistema urbano da Lamezia Terme a Catanzaro al fine di accogliere la marea umana del popolo di Vasco. Maniaco dei particolari, Rino è arrivato perfino a identificare le decine e decine di aree di sosta per auto e bus, dando ad ognuna di loro il nome di una canzone del Kom. Chi veniva da Bari doveva parcheggiare nell’area “Alba Chiara”, chi arrivava da Reggio Calabria aveva a disposizione l’area “Vita spericolata”. Un capolavoro di organizzazione, ogni particolare curato in maniera maniacale.
Rino era anche tanto altro, organizzatore culturale, organizzatore politico, personalità dai mille interessi, diviso calcisticamente tra Catanzaro e Roma (sempre giallorossi sono!). Ma credo che un posticino nella storia del rock italiano se lo sia guadagnato, come gli scrisse in un sms Roberto De Luca, il potente promoter di Live Nation, all’indomani del grandioso evento di Germaneto: “Rino, abbiamo fatto la storia”.
PS La foto che pubblichiamo, assolutamente inedita, l’ho scattata io stesso qualche ora prima del maxi concerto. Vasco era pensieroso e intenso. L’originale l’ho donato al Museo del Rock, anche in ricordo di Rino.
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