di SERGIO DRAGONE
Claudio Ranieri, capitano del mitico Catanzaro della serie A e nostro cittadino onorario, ha compiuto l’ennesimo miracolo calcistico, riportando in serie A il Cagliari che aveva rilevato a gennaio in zona retrocessione. Alla fine della partita decisiva di Bari, che i sardi hanno vinto al 94esimo, si è verificato un episodio di straordinario valore etico, qualcosa di mai visto sui campi di calcio. Lo spicchio di tifosi cagliaritani si è messo a schernire la curva barese con il coro beffardo “serie B-serie B”. A quel punto, sir Claudio, con gli occhi gonfi di lacrime per la forte emozione, si è portato sotto la postazione degli ultras rossoblù e ha zittito quel coro, “ordinando” letteralmente ai suoi di applaudire i tifosi avversari e rendere così l’onore delle armi agli sconfitti. Il video di Ranieri che bacchetta i suoi stessi tifosi è diventato virale. Tutto lo stadio San Nicola ha tributato un grandissimo applauso a questo autentico signore dello sport. Che bella lezione di fair play ha impartito Claudio a tutto il mondo del calcio.
“Non ho mai capito perché bisogna tifare contro i propri avversari – ha dichiarato Ranieri ai microfoni di Sky - Si deve tifare per la propria squadra e basta”.
Una lezione, ma a me piacere leggerla anche come un messaggio a Pietro Iemmello e Giacomo Mancini, protagonisti di una polemica in due tempi (il coro del centravanti contro il Cosenza, il brutto post dell’ex deputato contro il giocatore giallorosso) sicuramente sgradevole e che certo non viaggia nella stessa direzione indicata da sir Claudio.
Pietro Iemmello non è un giocatore qualsiasi, è il goleador che ha riportato a suon di gol il Catanzaro nel calcio che conta, è l’erede dei grandi bomber giallorossi, da Gianni Bui a Massimo Palanca. Credo che si sia meritato sul campo la fascia di capitano che – mi auguro – gli sarà affidata nel prossimo campionato. E’ giustamente un idolo per tanti bambini, per tanti ragazzi, è il fidanzato ideale per le ragazze catanzaresi, il figlio che tutte le mamme vorrebbero.
Giacomo Mancini è il nipote del più grande politico che la Calabria abbia mai avuto, è stato a sua volta deputato per due legislature, assessore regionale, erede della migliore tradizione socialista italiana, è ersona gentile e colta. Inutile dire che mi sono assai stupito della sua brutta reazione da ultras e l’amicizia sincera che ci lega non mi ha impedito di mandargli un piccatowhatsapp di rimprovero.
Iemmello e Mancini, ognuno nel proprio ruolo, non possono concedersi il lusso di andare fuori dalle righe ed hanno sempre e comunque il dovere di dare l’esempio. Imparino la lezione di sir Claudio Ranieri, un gigante dello sport e un vanto della storia calcistica di Catanzaro.
Ovviamente, mi aspetto che Iemmello nel prossimo campionato rifili una bella doppietta ai lupacchiotti del Cosenza, sia all’andata sia al ritorno, facendo bruciare di rabbia il mio caro amico Giacomo.
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