di SERGIO DRAGONE
“Mastro” è una parola nobile. Deriva dal latino magister ed è, dunque, una forma antica della parola maestro. Mastro – secondo la definizione della Treccani – è “chi eccelle in una determinata disciplina, tanto da poterla insegnare agli altri”. Ma Mastro è anche un artigiano particolarmente abile oppure un operaio specializzato. Ebbene, Francesco Coppoletta, in arte Mastrofrà, è tutto questo. E’ un autentico maestro della pittura, ma nello stesso tempo è un personaggio dotato di straordinaria umiltà e sensibilità. E’, al tempo stesso, un “maestro” e un “artigiano”. La sua personalità è racchiusa tutta in questo nome d’arte, Mastrofrà, a cui è molto attaccato. Molti gli chiedono perché non firma le opere con il suo vero nome e lui risponde: “Per la gente che mi conosce, per chi mi stima, per chi apprezza le mie opere, io sono ormai Mastrofrà!”
Coppoletta sta conoscendo nella maturità un successo meritato. E’ un artista poliedrico, capace di usare le più disparate tecniche e i vari materiali a disposizione, dalle tele al legno. Non ha un obiettivo fisso nella sua ricerca pittorica. Spazia dai ritratti ai paesaggi, dall’arte sacra ai simboli del cinema, dagli scorci della sua Sellia agli angoli più nascosti di Catanzaro, per finire ai suoi celebri “falsi d’autore” che gli vengono commissionati un po' da tutta Italia.
Ora il suo orizzonte è rappresentato da Omero e dal viaggio di Ulisse. Complice la mostra “Odissea: un viaggio di Omero tra Calabria e Sicilia”, tenutasi con successo a Catanzaro e replicata questa estate a Tropea, Mastrofrà ha diretto il suo sguardo verso l’antichità e verso il racconto sospeso tra storia e leggenda.
Le riproduzioni di celebri opere conservate nei maggiori musei del mondo, tutte dedicate al mito omerico, hanno incantato migliaia di visitatori, grazie al loro potere di suscitare emozioni e rievocare atmosfere.
Dietro il successo di queste riproduzioni, addirittura imbarazzanti per la loro conformità agli originali, c’è un duro lavoro di ricerca, un’applicazione rigorosa, una cura maniacale per i particolari.
Il filone omerico promette ulteriori sviluppi nella vicenda artistica di Coppoletta che ormai sembra essere letteralmente rapito dal mondo dell’antichità, a cui sta dedicando nuovi studi. Senza comunque dimenticare i suoi ritratti, i suoi paesaggi, le sue Madonne e i suoi Santi, nonché le innumerevoli iniziative a scopo benefico, come la bellissima pubblicazione di fiabe illustrate dedicate ai bambini ricoverati all’ospedale “Pugliese”. Un personaggio eclettico, la cui opera non passa certamente inosservata.
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