di SERGIO DRAGONE
Ora non è più un reato rispolverare il grido “si va, si va, si va in serie A”, un grido portafortuna che ha accompagnato tre promozioni dei giallorossi nella massima serie. E chi dice che non può essercene una quarta? E chi lo dice che per quest’anno abbiamo già fatto tanto e bisogna solo pensare al prossimo campionato ? Ecco i motivi per cui il Catanzaro può vincerli i playoff.
Il primo è che il Catanzaro si è guadagnato sul campo, contro tutti i pronostici, il diritto di disputare gli spareggi per la serie A. Si mi piace chiamarli spareggi nel ricordo dei “playoff” del 1971 che ci portarono nell’olimpo del calcio italiano. Anche in quell’occasione contro tutti i pronostici. Il mini torneo che inizierà tra qualche settimana avrà un solo scopo, quello di designare la terza squadra promossa, non certo quello di fare le belle statuine. Sarà fondamentale l’approccio mentale: si gioca per vincere e basta. Piedi per terra, certo, ma vietato avere atteggiamenti rinunciatari.
Il secondo motivo è che nei playoff non ci saranno squadre imbattibili. Il Catanzaro ha piegato, nell’arco del campionato, quattro delle prime sei classificate (Parma, Venezia, Palermo e Sampdoria) e con una quinta (la Cremonese) è rimasto imbattuto. Solo il Como, conquistando sei punti su sei, si è dimostrato una spanna superiore.
Il terzo motivo è che molto probabilmente il cammino verso la finalissima del 30 maggio/2 giugno al Catanzaro proporrà due gare non proibitive: in casa, partita secca e con due risultati su tre a disposizione, contro l’ottava in classifica (Brescia o Sampdoria le due indiziate); la Cremonese in semifinale prima in casa e poi in trasferta.
Senza contare che ancora sul piano teorico le Aquile potrebbero piazzarsi direttamente al quarto posto, ma bisogna vincere tutte e due le partite ancora in calendario (Ternana e Sampdoria), sperando che la Cremonese inciampi.
Aggiungiamo infine il fattore ambientale e la forza che deriva da una tifoseria impareggiabile capace di sfidare trasferte proibitive e perfino nubifragi come quello di mercoledì.
Certo, tutto può succedere, anche questo ragionamento appena fatto può essere smentito alla prova del campo. Ma alla luce di tutto questo, è ancora reato gridare “si va, si va, si va in serie A” ? Proviamoci.
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