di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
Sempre tanta incertezza sul futuro del calcio italiano. La data del 4 maggio che avvia la "fase 2" nel nostro Paese è ormai alle porte, ma la cautela dei medici è sempre tanta. Le probabilità di tornare in campo si assottigliano giorno dopo giorno e si fanno sempre più largo le ipotesi sulla sospensione dei tornei. In Europa ormai la tendenza è chiara e sostanzialmente si ragiona già sulla prossima stagione.
Oggi pomeriggio, il presidente della Serie C, Francesco Ghirelli, intervento ai microfoni di stadionews.it ha detto: "Abbiamo l’assemblea di Lega il 7 maggio, ma il passaggio importante sarà il Consiglio Federale dell’8 maggio: sarà lì che si cercherà di capire e definire cosa fare. Certamente c’è l’esigenza di dare delle risposte, ma c’è anche grande incertezza e ciò è determinato (secondo me) non tanto da chi ci governa ma da questo maledetto virus".
Poi ha detto: "Come Lega Pro, la nostra situazione è abbastanza delineata: ho avuto l’incontro con tutti i medici sociali della C e mi hanno confermato che si sono difficoltà enormi. Se mi chiedessero quando vorrei ripartire, rispondo “ieri”, neanche domani, anche perché tornare in campo significherebbe che il Paese non soffre più. Ma la salute è al primo posto: se torneremo in campo lo faremo quando ci saranno le condizioni e il Paese avrà ripreso la sua vita, nel massimo rispetto delle regole. Il no agli allenamenti individuali? In tempi di guerra c’è una catena di comando e (che ci piaccia o no) ad essa bisogna rispondere: evidentemente si è ritenuto che si dovesse andare in quella direzione".
E ancora: "Mentre nelle promozioni dalla C alla B la classifica è delineata, in zona retrocessione ancora le situazioni non sono ben delineate. E poiché abbiamo una difficoltà reale a determinare chi deve eventualmente retrocedere, ci siamo fatti carico della situazione, facendo una proposta che però solo il Consiglio Federale può valutare ed eventualmente accogliere. Di conseguenza però rischiamo di andare oltre il numero di squadre previsto dal format (fino anche a 69 squadre). E in questo senso, se le promozioni sono obbligatorie, i ripescaggi invece sono un’opzione. Voglio sottolineare però che al momento il blocco dei ripescaggi è una proposta, che sarà fatta dal Direttivo all’Assemblea. Ed è una proposta che in quanto tale può essere accolta, modificata o anche respinta. E poi comunque sarà il Consiglio Federale a decidere. Da parte mia nulla contro i club: magari altre squadre di lignaggio potessero arrivare in Serie C. Vedremo".
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