di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
Al 4 giugno non si hanno ancora certezze sul futuro della Serie C. Ogni soluzione sembra scontentare qualcuno e il tempo passa. Una decina di Club di terza serie non manda giù il fatto di non potersela giocare fino in fondo per evitare la retrocessione, e la tensione sale giorno dopo giorno.
Dal canto loro, le prime della classe dei tre gironi non intendono essere risucchiate in un eventuale play-off allargato, in linea con il regolamento Uefa e vicino all’idea dei minitornei lanciata in tempi non sospetti dal tecnico Auteri per affermare il principio della legittimità sportiva. Nelle ultime ore si fa largo anche l’ipotesi di allargare i play-out alle ultime 4 dei gironi e di gare secche (e non doppie) per i play-off.
L’ultima proposta del Direttivo di Serie C parla invece di retrocessioni dirette delle ultime dei gironi e promozioni delle prime. Per stabilire la quarta promossa e le retrocessioni il Direttivo di Legapro ha indicato la lotteria dei Play-off su base volontaria e i play-out per le altre retrocessioni. Questa soluzione ovviamente non è stata ratificata dall’Assemblea e ha causato malumori e spaccature interne. L’ultima seduta aveva votato quasi compatta per il no al ritorno in campo mentre dopo neppure un mese la musica sembra proprio essere cambiata.
La soluzione più giusta sarebbe quella di riprendere il campionato regolarmente e portare a termine una stagione interrotta per ragioni sanitarie. Non è escluso che l’8 giugno l’attesissimo Consiglio federale possa orientarsi in questa direzione per evitare ulteriori polemiche e spaccature, ma non sarà facile. Non ci sono più i tempi. Tutto è ancora in dubbio e le ipotesi si moltiplicano. Per il momento un fatto positivo c’è ed è legato alla curva dei contagi da Covid-19 sempre più in discesa. In Calabria è l’ottavo giorno senza nuovi contagi. Ma non basta.
Molte società di Serie C hanno difficoltà economiche e non possono garantire il rispetto del Protocollo sanitario, un po’ più affievolito dopo le ultime modifiche al testo, ma pur sempre articolato. Insomma, una bagarre da cui è difficile uscire. La soluzione ci sarebbe e andrebbe messa subito in pratica senza aspettare. Si tratta della Riforma dei campionati e del professionismo.
Riduzione dei club, Serie B a 2 gironi territoriali e un calcio sostenibile fatto per le società che se lo possono permettere. Il resto sarebbe affidato ad un semi-professionismo per tutti i club che intendono fare un tipo di calcio con costi contenuti ma che non possono definirsi dilettanti.
Le prossime ore saranno decisive per capire cosa sarà della Serie C, ma tutto lascia pensare che la strada della Riforma non sia stata affatto accantonata.
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