di ALFREDO SERRAO*
C’è stupore in noi, che non è quel senso di meraviglia oggettivamente positiva per quanto ci circonda, è semmai la presa di coscienza del degrado che impera in Calabria, dove ogni valore è disperso e dove l’orizzonte è sempre più nero.
La protesta, anche quella dei social, è civile, perché marca un pensiero, che in diverse sfumature, ci restituisce il disagio dei cittadini, quelli ai quali da tempo è stata spenta la parola e che, oggi, si riprendono la loro titolarità costituzionale, in una forma inversa di democrazia che vuole farsi sentire. Questo dovrebbe essere monito di responsabilità per la politica e per gli apparati burocratici, troppo complici e troppe volte distanti, irresponsabilmente, dai bisogni dei cittadini, soprattutto in termini di sanità.
C’è un elemento che ha sempre distinto l’uomo dalla bestia, questa è la “parola”, non intesa nel senso di un rumore fonetico, quanto nel rispetto di un impegno assunto…
Era il 26 ottobre 2020, quando insieme ad altre associazioni ed all’intervento diretto del consigliere regionale Francesco Pitaro (gruppo misto), siamo riusciti ad impedire il trasferimento del reparto di Geriatria del Pugliese-Ciaccio al Policlinico Mater Domini, per una delle tante scelte scellerate ed isolate del dott. Giuseppe Zuccatelli in qualità di commissario di entrambi le aziende ospedaliere, che aveva assimilato i pazienti geriatrici, i nostri anziani per capirci, a semplici pacchi da traslocare, nel silenzio assordante della politica regionale, quella che oggi crede di costruire barricate sulla distrazione!
Scopriamo oggi, che il reparto di Geriatria rimasto inviolato prima, deve traslocare nel recinto del Pugliese, spostandosi al quinto piano dell'ospedale, negli ex locali della Medicina generale, attualmente inutilizzati poiché in via di ristrutturazione… Quindi in locali che sono fatiscenti? Oppure locali che sono un cantiere? A questa domanda aspettiamo la risposta del collegio di direzione del Pugliese, quello che in prima battuta aveva bloccato tutto, mentre ora definisce una exit strategy, le cui ricadute sul piano della sicurezza dell’intero ospedale cittadino, sono e restano una loro specifica responsabilità.
Questa nuova ipotesi, magari validata anche dal commissario Zuccatelli in videoconferenza (?) ci porta ad avanzare dei dubbi e delle domande, che ci inducono a pensare che determinate operazioni non tengano conto concretamente del rischio Covid e della differenziazione in sicurezza dei percorsi protetti all’interno del nosocomio, la stessa sicurezza da garantire ai pazienti ed alla popolazione che afferisce quotidianamente alla struttura del Pugliese.
Ci domandiamo questo trasferimento ha avuto l’approvazione unanime del collegio di direzione? Ci potrebbe essere un aumento di rischio Covid nella considerazione che il reparto di Geriatria, dove si pensa di trasferire i pazienti Covid è attiguo al blocco Operatorio, alla Radiologia ed al Pronto Soccorso? Come si pensa di gestire i pazienti dializzati che accedono nella struttura del Pugliese dall’ingresso esterno attiguo all’attuale reparto di Geriatria? Quale sarà l’ingresso nella struttura di tutte le ambulanza private che portano i pazienti nel Pugliese in sicurezza Covid? Quali saranno gli standard alberghieri ed assistenziali per i pazienti geriatrici, in un reparto al quinto piano in presenza di un solo ascensore dedicato a pazienti operandi? C’è la garanzia sul rischio Covid? Ci sarà una diminuzione dei posti letto per Geriatria, i cui pazienti afferiscono sempre tramite Pronto Soccorso, quindi clinicamente fragili? E’ stato considerato che l’utenza che afferisce al reparto di Geriatria, peraltro unica realtà nel tessuto cittadino, deve avere confermato il miglioramento della qualità dell'assistenza conquistata negli anni, senza ritornare all’ageismo degli anni 80?
L’unica risposta che ci sentiamo di aver percepito, è quella dell’approssimazione e della non valutazione di altre alternative utili, quello che diventa pericoloso ed indecente perché consumato, come sempre di nascosto, quando l’attenzione si abbassa, forse perché si credeva che la parola, come assunzione di impegno, avesse un valore.
Quell’attenzione che la politica cittadina e regionale, salvo eccezione, non ha mai operato salvo la passarella e che consente, a burocrati disorientati e schizofrenici, di pensare di gestire un proprietà privata, quando la stessa è e resta un patrimonio pubblico, dei cittadini che hanno diritto al rispetto ed alla tutela della salute.
C’è dunque un aumento del rischio? Ci sono altre alternative utili?
Noi pensiamo che la garanzia e la netta distinzione di percorsi Covid e no-Covid sia un imperativo non prorogabile, tanto che immaginiamo altre ipotesi, tipo lo spostamento di Psichiatria che attualmente occupa, con pochi posti letto, un reparto allestito per ricevere pazienti Covid, adiacente a rianimazione (ex chirurgia toracica/vascolare) quindi senza aumenti di costo, ma con la garanzia di percorsi unici Covid a minor rischio di commistione. Il reparto di Psichiatria potrebbe essere trasferito, in via temporanea in emergenza Covid, in altri ambiti, tipo Otorino, attualmente vuoto, oppure in locali dove attualmente non c’è degenza, tipo quelli ambulatoriali.
E’ questo l’impianto sul quale la dirigenza dell’A.O. Pugliese-Ciaccio deve dare una risposta che abbia il senso della responsabilità, quella che esclude in termini di responsabilità soggettiva il rischio di procurata pandemia. Lo stesso impianto che richiama a responsabilità attiva la politica regionale, dove la “zona gialla” resta relegata al colore delle mascherine di qualcuno nel Consiglio Regionale, che da oggi deve controllare a vista l’operato in tutte le strutture sanitarie del territorio, dove il Pugliese-Ciaccio non ha assolutamente valore di extraterritorialità, perché in ipotesi garantito dalle giostre di pensiero del commissario Zuccatelli, ora Commissario ad Acta della Sanità calabrese…
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