"Oggi, per la seconda volta dopo quanto già avvenuto alla vigilia del Santo Natale del 2020, cala la mannaia dell’Asp di Catanzaro governata dalla commissione prefettizia sul Sant’Anna Hospital e, nuovamente come ieri la crisi di liquidità causata da una volontà di persecuzione ormai chiara, determinerà la sospensione di ogni attività sanitaria nelle prossime 24/48 ore nella clinica catanzarese". Così in una nota di Alfredo Serrao, presidente associazione I Quartieri.
"Rispetto alla notte buia del Natale scorso, - prosegue - oggi le dimensioni di questa guerra perfettamente inutile che vuole colpire sempre il Sant’Anna Hospital sembrano meglio delineate, perché sono intervenute diverse sentenze che vedono l’Asp di Catanzaro sempre soccombente; perché sempre la magistratura ha delineato i contorni dell’accreditamento per il periodo 2018/2020; perché è intanto intervenuto il nuovo accreditamento per il triennio 2021/2023; perché fra le motivazioni che bocciano i bilanci 2018 e 2019 dell’Asp di Catanzaro c’è quella di una moltiplicazione delle spese a resistere, peraltro contestate anche dal Collegio Sindacale dell’azienda sanitaria provinciale. Ciò detto l’ultimo atto in ordine di tempo consumato come un guanto di sfida dalla commissione prefettizia dell’Asp di Catanzaro “la deliberazione della Commissione Straordinaria n.864 del 22/07/2021. Proposta di compensazione volontaria tra crediti e debiti Villa S. Anna Spa – Asp Catanzaro fino alla concorrenza di €.17.544.515,30” è la prova ormai indiscutibile che le azioni di governo dell’Azienda Sanitaria Provinciale sono orientate a distruggere un'eccellenza sanitaria, ma cosa ancora più grave, desertificare il panorama sanitario locale e regionale dove a soccombere sono sempre i cittadini".
"Le controdeduzioni rese pubbliche dal CdA del Sant’Anna Hospital parlano da sole e, - incalza Serrao - non necessariamente serve una cultura giuridica per capire che qualcosa non torna e, che qualcuno esercita il suo potere “delegato” in forma autonoma e fuori da un ritualità legale ed amministrativa che consiglierebbe maggiore attenzione e forme di risoluzione dove una mediazione non è certamente sinonimo di sconfitta, se parametrate ad un interesse superiore ed inalienabile. Ecco perché questa è una guerra assolutamente inutile. Oggi, i commissari prefettizi dell’Asp di Catanzaro si stanno accollando un'altra responsabilità certamente più grave se guardata dal prospetto sociale, ma che probabilmente ha delle implicazioni anche di ordine penale che dovranno essere indagate da tutti gli attori, politica, associazioni, organizzazioni di categoria, sindacati, la struttura del Commissario ad Acta, il prefetto di Catanzaro e le diverse istituzioni politiche. E’ pacifico che la sospensione delle attività sanitarie della clinica Sant’Anna Hospital determina un'interruzione di pubblico servizio causata, o ancora meglio una negazione al diritto alla salute ed alle cure, una colpa che non può essere imputata alla direzione sanitaria ed al management della struttura sottoposta ormai ad un bombardamento cieco e quasi di ordine personale, ma è una responsabilità che resta tutta ascrivibile, probabilmente, alle scelte dei commissari dell’Asp di Catanzaro".
"Tutto questo deve determinare una risposta da parte dell’opinione pubblica - ribadisce - e di chi ha la rappresentanza istituzionale della volontà dei cittadini e, questo potrebbe determinare un azione collettiva sul piano delle responsabilità individuali ed anche patrimoniali per un danno di risposta sanitaria che interessa tutti i cittadini che rientrano nel bacino di competenza dell’azione sanitaria della clinica Sant’Anna Hospital. A poco servono gli appelli e le sollecitazioni ad un controllo sull’azione dei commissari dell’Asp di Catanzaro, apprezzabile sul piano delle intenzioni, sterile sul piano pratico. D’altronde lo spaccato che ci offre la cronaca quotidiana sulla bontà delle azioni di commissariamento della sanità calabrese è disarmante in termini di trasparenza e legalità, lo stesso bollettino di guerra che interessa l’azione di riallineamento dell’Asp locale, dove la sanità territoriale è praticamente sparita, dove le postazioni di guardia medica sono a scavalco e macchia di leopardo, dove il servizio di emergenza SUE è affidato alle buone intenzioni di carrette definite ambulanze il più delle volte sprovviste di medico a bordo. Se questo è il tema che caratterizza l’azione dei commissari prefettizi dell’Asp di Catanzaro, i cittadini catanzaresi francamente ne possono fare tranquillamente a meno, perché la caratteristica che si consolida è la distruzione e la negazione di ogni diritto alla salute, quello che resta sempre un danno da risarcire".
"Sia allora la politica intesa in tutte le sue declinazioni, i partiti, i movimenti, le associazioni di tutela della malattia, le organizzazioni a difesa dei diritti dei cittadini e dei consumatori a mobilitarsi nell’immediatezza, perché la difesa delle professionalità del Sant’Anna Hospital è la difesa di un diritto alla salute. Non basta chiedere un controllo sulle azioni, - conclude - serve in termini drastici e di rottura la richiesta di attivare la Guardia di Finanza perché assuma il controllo della spesa, militarizzando di fatto le strutture di ragioneria e di economato dell’Asp di Catanzaro. Questo è quanto bisogna fare, preparando nelle more un azione di tutela del diritto alla salute da chiedere a verifica, con un azione collegiale, alla competente procura della Repubblica di Catanzaro ed alla Corte dei Conti".
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