di ALFREDO SERRAO*
Solidarietà concreta e trasparenza è quello che vorremmo come un dono da Babbo Natale. Sì, perché noi ancora crediamo che ci sia una via diversa e che, tanti errori ed orrori, si possano superare chiedendo scusa e ripristinando un percorso di valori e di rispetto.
Tanti sono i nostri desideri, quelli che peraltro sono gli stessi dei tanti cittadini che si sentono soli e rubati di una speranza, ormai stanchi di rimbalzare sui tanti muri di gomma.
La sanità, quella giusta e solidale, è forse il desiderio più grande, quello che noi riteniamo da sempre non negoziabile, dove un vissuto anche personale ci ha portato a contatto, catapultandoci in un mondo parallelo e sconosciuto ai tanti, dove la sofferenza è valore e dove l’umanità non può essere strappata. E’ questo il punto di caduta di un sistema che nel periodo Covid-19 ha fallito mettendo a nudo tutti i suoi difetti, tanto da diventare un pericolo per la salute pubblica e per quanti, i cosiddetti fragili, sono state vittime ed ancora lo sono.
La nostra comunità catanzarese ha vissuto e vive momenti di grande tensione e di tanta paura, quella delle tante famiglie, che hanno incrociato la pandemia dovendola vivere come un mostro, lontani immotivatamente dagli affetti che sono isolati e messi nelle condizioni, da un sistema ormai fallito, di non poter conoscere e riconoscere il valore dell’affetto e della carezza.
Questa è una tristissima vicenda che ha toccato quella che da sempre è una realtà ed un valore riconosciuto della città di Catanzaro – troppe volte dimenticata – di Fondazione Betania, dove il Covid è entrato fra le mura e dove il dolore e lo smarrimento è una considerazione ed uno stato d’animo di tanti, che abbiamo il dovere di rispettare.
E’ questo per noi l’augurio più bello, continuare a credere in un valore soprattutto cristiano, dove l’umanità non va in vacanza e dove la storia si moltiplica nel bene riuscendo a superare le approssimazioni decisionali (?) ed una (im)probabile ottuseria, che rischia di disperdere tutto, anche quel valore che è il nostro patrimonio: il patrimonio di una città.
Non ci piace e non ci è mai piaciuto distruggere tutto per partito preso. Agire così diventa la strada sempre più facile, che però non ha la dovuta attenzione nel riconoscere che esistono altre capacità, quelle buone che diventano e si concretizzano come le vere forze necessarie, che discendono da una promessa e da un insegnamento, che nessuno può cancellare e che ha una sua radice ed una sua riconosciuta figura, di chi ha trasformato in bonis una realtà spontanea di assistenza in una convalidata struttura socio-assistenziale e socio-sanitaria.
Oggi il nostro grazie come città di Catanzaro va a quanti, “i pretoriani” figli di quell’insegnamento, hanno preso in mano la gestione dell’emergenza Covid (ri)costruendo un percorso di attenzione e di garanzia all’interno della Casa Mimosa di Fondazione Betania. Sono questi i “ragazzi di Casa Apa” che hanno superato già l’emergenza Covid nella più perfetta solitudine, ma che fermi e solidi nel valore di squadra – uno dei tanti insegnamenti – stanno dimostrando e dimostreranno a tutti che alla chiamata, si risponde presente. Che si ha il coraggio di sporcarsi le mani, quando la lotta diventa univoca sul fronte dell’umanità e della più assoluta trasparenza, dove le note stonate da una tradizione sono e restano sempre fuori dal pentagramma.
A loro il nostro grazie! Un riconoscimento autentico di una realtà dove l’insegnamento è ancora caratteristica e valore e, dove la missione è di tutti, di chi lavora, di quanti sono i fruitori dell’azione e di chi, anche da fuori vogliono capire che c’è un autenticità, sedendo a pieno titolo nella difesa e nel rilancio di quello che da sempre è un punto fermo della città di Catanzaro e della sua umanità: Fondazione Betania. Grazie per questo dono che rende più spendibile e meno amaro un Natale diverso.
*Presidente de I Quartieri
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