“Dobbiamo amaramente oggi dire, che nel tempo cambiando gli attori, si cerca sempre di raggiungere un risultato: smantellare il polo oncologico del presidio Ciaccio dell’AOPC e mortificare tutte le professionalità presenti”. Questo abbiamo detto e questo ribadiamo”. Ad affermarlo è Alfredo Serrano, presidente dell’associazione I Quartieri.
“Se partiamo da questo, cioè dalla convinzione per fatti avvenuti, che intorno al presidio De Lellis esiste da sempre un tentativo di ridimensionamento della risposta sanitaria, allora le dichiarazioni del dott. Nicola Pelle, Direttore Sanitario dell’AO Pugliese-Ciaccio – che apprendiamo da alcuni organi di informazione - in parte forniscono delle risposte alle nostre preoccupazioni, che sono le stesse preoccupazioni dei normali cittadini. Sappiamo bene che il dott. Nicola Pelle è persona assolutamente perbene e che il fatto di averci messo la faccia, conferma il nostro pensiero, ma non risponde totalmente alle nostre domande, anche perché le risposte devono venire da chi o quanti, hanno messo la mente ed hanno partorito l’atto aziendale del Pugliese-Ciaccio”, afferma Serrao.
“Fra le domande, giusto per non dover come atto di scortesia chiedere l’accesso agli atti, c’è quella di conoscere, proceduralmente come e dove l’atto aziendale sia stato discusso con il Collegio di Direzione? Ma, soprattutto se le modifiche previste abbiano avuto un coinvolgimento con le figure apicali mediche del Dipartimento di Onco-Ematologia oltre che nel consiglio Dipartimentale. Siamo certi che la valutazione del percorso di condivisione adottato(?) e di metodo di collegialità nella formulazione degli atti che compongono il nuovo atto aziendale, ci darà anche a noi la certezza, che trattasi di un procedimento condiviso e non calato dall’alto”, è il dubbio de I Quartieri.
“Peraltro, se il Dipartimento di Onco-Ematologia, come tutti i dipartimenti, deve rispondere a regole di omogeneità interna e di integrazione, tanto che è riconosciuto come uno dei momenti strategici dell’Azienda ospedaliera ai fini di un recupero in termini di migrazione sanitaria extra-regionale e, se la realtà del presidio De Lellis nasce da un lavoro lungo trent’anni, quello che oggi ha creato un percorso virtuoso di assistenza sanitaria ospedaliera, riconosciuto, non si capisce quale sia l’esigenza di una parcellizzazione della direzione di singole strutture semplici dipartimentali (SSD) da sempre funzionali ed organiche soprattutto al Dipartimento di Onco-Ematologia. Si interrompe di fatto un circuito consolidato di cura, riconosciuto come modello di cura nazionale, dove non è importante solo il mantenimento fisico delle SSD nel presidio De Lellis, come Cure palliative e Terapia del dolore, Servizio immunotrasfusionale, quanto l’uniformità di indirizzo e di scelta strategica di servizi che negli anni sono stati determinanti, in una formula di integrazione, a riconoscere al Dipartimento Onco-Ematologico ed al presidio De Lellis una eccellenza sanitaria”, aggiunge Serrao.
“Formulare un nuovo “atto aziendale”, come momento di partecipazione e di proiezione futura di scelte ed obiettivi sanitari per l’AO Pugliese-Ciaccio, se da un lato comporta anche una spiegazione fra gli addetti ed al territorio, allora non può passare la promessa – lunga anni – di una struttura Pet nel presidio De Lellis. Tutti sappiamo che la Pet mobile ormai non è più un’eccezionalità, ma è diventata la regola consolidata, quando si parla di investimenti – la classica caramella – e non ci spiega dove strutturalmente potrebbe essere allocato questo strumento importante dal punto di vista diagnostico ed oncologico, senza presentare progetti di nuove edificazioniimmobiliari sempre nel presidio De Lellis. E’ anche questa una promessa come l’allocazione della struttura di Senologia sempre nel presidio Ciaccio-De Lellis? Altro ragionamento di responsabilità e di trasparenza ci induce a domandarci, perché è più importante l’atto aziendale e non dare certezza alle direzioni delle strutture complesse (SOC) esistenti del Dipartimento Onco-Ematologico? Perché i concorsi sono fermi da tempo? Perché non si riaprono i termini concorsuali? Perché l’attribuzione delle direzioni delle strutture complesse dell’AO Pugliese-Ciaccio e non solo quelle del Dipartimento di Onco-Ematologia, tardano ad arrivare, restando impantanate sugli incarichi dei “facenti funzione” e sono messe in subordine rispetto ad un integrazione aziendale con l’AOU Mater Domini?”, domanda Serrao.
“Qui non c’è la nostra volontà di individuare sempre un presunto responsabile, ma c’è invece la certezza nella narrazione dei fatti, che l’AO Pugliese-Ciaccio, per scelte politiche probabilmente indotte, metta sempre in pericolo, mortificando la sua professionalità. Ma, in particolare annulla una prospettiva futura di operare in sanità, sminuisce le potenzialità, rischia di presentarsi ad un eventuale tavolo di integrazione per quella che dovrebbe essere la più grande azienda ospedaliera della Calabria, sempre con il cappello in mano? E’ forse questa una scelta strategica raggiunta nelle segrete stanze? Quello che spiega perché da tempo tutto è al ribasso nel futuro del Pugliese-Ciaccio, tanto che esiste un problema di dirigenza medica nei reparti dopo i pensionamenti e le fughe improvvise di grandi professionalità, le cui dimissioni chiedono una risposta. Qualcuno sta tentando di sottrarre ai catanzaresi ed ai calabresi quel poco di buona sanità che ancora esiste, quella che ancora “altri” definiscono eccellenza, noi non siamo i responsabili, perché le responsabilità non risiedono nelle aspirazioni e nei bisogni dei cittadini”, ha concluso il presidente dell’associazione.
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