Giornata di formazione per il personale delle sale da gioco. Si è svolta nella sala convegni del centro studi della comunità Centro Calabrese di Solidarietà di Catanzaro, nell’ambito del progetto Gap 2019 (gioco d’azzardo patologico), in atto in provincia di Catanzaro a cura dell’Azienda Sanitaria Provinciale.
La direttrice del Ser.D. (Servizio dipendenze) di Catanzaro, dottoressa M. Giulia Audino, aprendo i lavori, dopo aver portato i saluti del commissario straordinario Asp dottor Antonio Battistini e del direttore del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze dottor Michele G. Rossi, ha illustrato brevemente il progetto e gli obiettivi del corso rivolto ai gestori delle sale da gioco, sottolineando la necessità che si parli un linguaggio unico che miri alla prevenzione.
La dottoressa Audino ha posto l’accento anche sul compito del Ser.d. che consiste nel prendere in carico il paziente, fare diagnosi, trattarlo all’interno del Servizio con programma ambulatoriale e valutare di inviarlo ai programmi residenziali o semiresidenziali delle comunità terapeutiche nell’ambito del progetto. La presenza attiva delle comunità terapeutiche è stata rilevata durante l’indirizzo di saluto svolto dalla presidente del Centro Calabrese di Solidarietà dottoressa Isolina Mantelli.
Sulla campagna nazionale e regionale “Mettiamoci in gioco” ha relazionato il dottor Roberto Gatto, responsabile dell’area dipendenze della comunità Progetto Sud di Lamezia Terme. Ha rilevato che sono milioni le persone che non riescono ad uscire fuori dalla dipendenza del gioco d’azzardo, sottolineando il livello allarmante del gioco raggiunto anche in Calabria.
«I dati parlano chiaro – ha detto – perché nella sola provincia di Catanzaro nel 2022 si è giocato per un miliardo e 300 milioni di euro. Nella città di Catanzaro, 247 milioni di euro; a Soverato, 36 milioni; a Lamezia Terme, 175 milioni. In Calabria ben 4 miliardi e 678 milioni di euro. Il tutto, escluso il sommerso. L’obiettivo delle istituzioni e del progetto è di proteggere le persone più fragili, ponendo limiti alle pubblicità sul gioco, limiti di orario di apertura delle sale e promuovendo la formazione. Il sistema di cura sta facendo sperimentazioni con risultati positivi. Le proposte operative per i gestori: rispettare le regole, divieto ai minori, tutelare i cittadini più deboli, evitare gli eccessi, collaborare con altri soggetti per evitare gli effetti negativi del gioco».
Il corso è proseguito con le relazioni sul sovraindebitamento e l’usura nel disturbo da gioco d’azzardo. La dottoressa Carmen Locandro, consulente finanziario e componente del direttivo del Centro Calabrese di Solidarietà, ha parlato di situazione complessa e caotica creata dal giocatore d’azzardo.
«Noi – ha aggiunto – facciamo tutoraggio economico, rieducando il giocatore ad avere un rapporto sano e corretto col denaro. Il tutor analizza le entrate e le uscite della famiglia; soprattutto la tipologia dei debiti, di chi sono i creditori, l’analisi dei prestiti, cercando di indirizzare l’interessato sul consolidamento dei debiti oppure alle fondazioni antiusura. Forniamo alla famiglia strumenti per gestire meglio le entrate e riflettere sui consumi, adottando un’educazione finanziaria rivolta anche ai figli».
Locandro ha anche reso noto che nel Centro c’è uno sportello antiusura, a cui ci si può rivolgere. L’avvocato Elvira Iaccino, referente di Libera Catanzaro, ha poi aggiunto che contro il gioco patologico deve essere svolta una lotta.
«Il giocatore assiduo – ha evidenziato – è come un alcolista in un bar, è persona al limite con problemi. Con il gioco d’azzardo sviluppa altre patologie psicologiche. Occorre, dunque, lavorare insieme, operatori e gestori delle sale da gioco, per tenere sotto controllo queste situazioni. Perché a volte scaturiscono problemi di legalità. Occorre evitare che i giocatori vadano in mano agli usurai (ricordo che l’usura è al secondo posto dei guadagni della criminalità organizzata) e intervenire attraverso le fondazioni antiusura».
Dopo una testimonianza del dottor Ampelio Anfosso, della cooperativa sociale Zarapoti, sulle azioni di sensibilizzazione adottate verso i gestori delle sale da gioco, su strada e nelle scuole dalla specifica Unità di Strada, l’avvocata Roberta Ussia ha parlato della comunicazione rivolta al cliente a rischio Dga (disturbo da gioco d’azzardo) in riferimento alla normativa nazionale e regionale sull’azzardo. Per Ussia, quella dei gestori è un’attiva legale ma non facile.
«Accanto a droga e alcolismo – ha rimarcato – c’è l’azzardo, che con le ultime leggi è qualificato come disturbo, come malattia, che colpisce indistintamente diverse categorie di persone, fragili e meno fragili. Alcuni soggetti sono portati a commettere dei reati. Un ruolo importante lo ha la prevenzione, per cui è necessario che i gestori si attengano alle regole e collaborino con chi si dedica ad attività di prevenzione».
Nel dibattito che ne è seguito, sono intervenuti diversi gestori di sale da gioco che hanno fornito le loro testimonianze ed hanno apprezzato l’attività formativa messa in atto con il progetto Gap.
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