"Il servizio mensa, come tutto ciò che riguarda il mondo della scuola, riveste un’importanza tale da renderlo incompatibile con qualunque ambiguità o strumentalizzazione. E poiché nel dibattito cittadino di questi ultimi giorni non sono mancate né ambiguità né strumentalizzazioni, è necessario fare chiarezza e rimettere ordine almeno per quel che riguarda la possibilità di consumare il pasto all’interno della scuola".
Lo scrive l'Associazione Politica e Culturale Cambiavento, che interviene sulla querelle refezione scolastica, elencando:
"1. Alcuni genitori chiedono un incontro al sindaco. Nicola Fiorita, con la sua abituale disponibilità, lo concede subito, precisamente il giorno successivo, come del resto aveva fatto con i dirigenti sul tema del dimensionamento. Ma questa è un’altra storia. Al termine del confronto, i genitori fanno girare un “loro” resoconto che viene ripreso da alcuni organi di stampa, e lo fanno senza precisare che si tratta, appunto, del “loro” resoconto; concordato con nessuno, tantomeno che con il sindaco. Un comportamento un po’ superficiale, visto che i resoconti, così come i verbali, solitamente si concordano e a maggior ragione lo si dovrebbe fare se l’interlocuzione è avvenuta con il primo cittadino.
2. I dirigenti scolastici scrivono una nota in risposta a dichiarazioni del sindaco che il sindaco però non aveva rilasciato. La nota contiene affermazioni molto nette, senza che sia stato ricercato alcun chiarimento preventivo tra organi istituzionali di vertice, nonostante le interlocuzioni tra Comune e scuole siano in questa fase pressoché continue. Un comportamento quantomeno incauto.
3. Nel quadro descritto, si inseriscono i consiglieri comunali leghisti, maestri indiscussi di sciacallaggio e abili come pochi nell’azionare la macchina del fango da riversare strumentalmente sull’Amministrazione Comunale.
4. Tornando ai dirigenti scolastici: una dei firmatari della nota, il giorno prima, aveva già scritto, autonomamente e senza consultare il Comune, che non è possibile per gli alunni rientrare a casa per il pasto, né portarlo da casa. La stessa, insieme con altri suoi colleghi, chiede il giorno dopo all’ASP che comportamento adottare. L’Azienda risponde di essersi già più volte espressa, a partire dal 2019, quando venne chiarito che è attribuito alle istituzioni scolastiche “nell’ambito della loro autonomia e discrezionalità, di valutare, per gli aspetti di competenza, le soluzioni idonee a garantire la fruizione del pasto domestico e l’erogazione del servizio mensa”.
Per finire: in quanto fin qui ricostruito, in tutta questa vicenda che appare segnata più dalle polemiche che dall’impegno per rendere serena la vita scolastica di alunni e famiglie, è impossibile non rilevare che gli unici a prodigarsi nella ricerca di soluzioni praticabili per tutti sono il sindaco Fiorita e l’assessore Belcaro. Inevitabile a questo punto domandarsi: ma qualcuno degli attori in campo, chiederà mai scusa?"
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