di STEFANIA PAPALEO
L'accusa era quella di sfruttamento della prostituzione minorile. Accusa che lo ha trascinato prima in carcere e poi agli arresti domiciliari. Solo a ottobre del 2020, a quasi anno dall'arresto in flagranza di reato, per S. M., settantenne di Cropani Marina, era arrivata l'assoluzione disposta dal Tribunale di Catanzaro, in accoglimento della tesi difensiva sostenuta dall'avvocato Eugenio Perrone.
Oggi la conferma di quella sentenza per mano dei giudici della Corte d'Appello di Catanzaro (presidente: Antonella Galati; a latere: Antonella De Simone e Maria Cristina Flesca), davanti ai quali sulla richiesta di condanna avanzata dalla Procura generale è prevalsa ancora una volta la tesi difensiva degli avvocati Eugenio Felice Perrone e Sara Spano'.
Crolla, dunque, l'impianto accusatorio che lo avrebbe visto fare sesso in una casa di Botricello con una ragazza di soli 16 anni in cambio di soldi variabili dai 5 ai 15 euro. Soldi che, in realtà, l'uomo avrebbe regalato alla minore senza alcuna pattuizione sessuale, hanno concluso i giudici che hanno scagionato l'uomo per "insussistenza del fatto".
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