Sesso per curare le pazienti, chiuse le indagini sul "falso" ginecologo di Soverato

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images Sesso per curare le pazienti, chiuse le indagini sul "falso" ginecologo di Soverato

  03 ottobre 2022 19:14

di TERESA ALOI

Chiuso il cerchio. La procura di Catanzaro ha chiuso le indagini a carico di Giulio Comerci, 50 anni, dipendente dell’Asp di Catanzaro in servizio all’ospedale di Soverato, arrestato a febbraio scorso con l’accusa di violenza sessuale  in danno di oltre 63 donne, tra cui una minore di 18 anni. 

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Oltre 35 le pagine di ordinanza firmata dal gip Barbara Saccà, dove vennero ricostruite quelle "visite"  che  "sembravano interminabili: duravano all'incirca un'ora"  con tanto di vibratori e oggetti di tipo fallico. Visite durante le quali "il dottore" lasciava sole le donne spostandosi dietro un separè o sedendosi alla scrivania. 

In quello studio non c'era nessuno oltre a lui: "Nessuna assistente, nessuna infermiera e anche la sala d'aspetto era sempre vuota", racconterà  agli inquirenti una delle donne  finite nella rete del cinquantenne. 

Le toccava, le faceva masturbare. Le palpeggiava. Morbosamente.  Filmandole persino.   Le scrutava, "le ingannava e, subdolamente, le sottoponeva a violenze sessuali". Dimostrava, scrisse il gip,  "di essere un grande esperto della tecnica da adoperare per compiere "con disinvoltura" atti sessuali mascherati da ingiustificate visite ginecologiche".  

Quelle "visite" erano delle vere e proprie violazioni  delle parti intime con tanto di richiesta di masturbazione  - come raccontano le testimonianze-  a volte anche con l'ausilio di video pornografici, ma  anche con la stimolazione praticata dal medico con le sue dita o con oggetti di forma fallica.

Racconti che fecero fatica ad emergere. Perché è sempre difficile raccontare violenze. Proprio a tal proposito l'avvocato Eliana Corapi, che difende alcune delle parti offese, "soprattutto come donna" si rivolge alle "numerose vittime delle morbose attenzioni del dott. Comerci, che non sono state ancora individuale. Chiedo loro di presentarsi dai Carabinieri per sporgere denuncia. La violenza sessuale è stata per anni un fenomeno sommerso poiché le donne non si sentivano abbastanza protette per denunciare i fatti, ma le cose sono cambiate e denunciare deve essere la parola d'ordine per tutti, consapevoli che il silenzio è il migliore amico dei violentatori".

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