“La Settimana sociale dei Cattolici Italiani è stata un bel momento di Chiesa, un momento in cui si è mostrato il volto della Chiesa italiana, che non è fatto soltanto del Papa, o dei tanti vescovi, sacerdoti e religiosi presenti, ma anche da tanti laici, uomini, donne e anche da tanti giovani”.
L’Arcivescovo Claudio Maniago, di ritorno da Trieste con la delegazione diocesana rappresentata dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro, non nasconde il proprio compiacimento per il successo di un evento significativo per la Chiesa italiana e che quest’anno ha tagliato il traguardo della cinquantesima edizione, nata nel 1907 da una straordinaria intuizione di Giuseppe Toniolo. “Un grande evento di Chiesa - ha aggiunto Maniago - che vive nel mondo e nel tempo e che deve pertanto essere consapevole dei grandi processi economici, sociali, politici in corso”.
I numeri sono significativi: Trieste ha accolto mille delegati, provenienti da tutta Italia, che si sono ritrovati nelle piazze della città e nel Centro Congressi Center dimostrando che i cattolici italiani sono un corpo vivo che vuole dimostrare di essere ancora capace di ritagliarsi un ruolo importante nella vita del Paese. “A Trieste è stato proposto un tema molto laico, quello della democrazia – spiega l’Arcivescovo - ed è stato bello e interessante vedere come, con lo stile sinodale ormai acquisito che è quello dell’ascolto reciproco, tanti giovani si sono confrontati insieme a persone magari diversamente giovani o più anziani, che hanno potuto parlare di democrazia anche dall'alto di questa esperienza. Persone che vivono nel mondo, anche a livello istituzionale e che hanno potuto approfondire il tema con la consapevolezza che la comunità cristiana, ogni cristiano, non può e non possono non interessarsi della democrazia come esperienza e non può non partecipare ai processi democratici che sono alla base della nostra Italia e sono sanciti dalla Costituzione che regola la nostra convivenza civile”.
L’entusiasmo a cui si riferisce monsignor Maniago ha fatto il pari con quello della delegazione diocesana che ha tutta l’intenzione di dare concretezza nel territorio quanto vissuto a Trieste, ripartendo da Trieste affinché, come raccomandato da Papa Francesco, la democrazia possa davvero assomigliare a un cuore risanato, coinvolgendo nella speranza e guardando al presente per costruire il futuro.
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