Oltre alle perdite negli esercizi dal 2020 al 2022 e alla redazione dei bilanci, l'istruttoria della Corte dei conti pone l'accento sul mancato rispetto del tetto di spesa per il personale (che per Agenas è sovrastimato rispetto ai posti letto e al tasso di occupazione) e sulla contabilità delle prestazioni libero professionali dell'azienda che nei mesi scorsi è divenuta Dulbecco dopo la fusione col Pugliese di Catanzaro
02 gennaio 2024 17:36di GABRIELE RUBINO
Non ci sono solo i disavanzi, il debito pregresso e la (non) corretta redazione dei bilanci. La Corte dei conti nell’analisi degli ultimi tre esercizi (dal 2020 al 2022) dell’ex Aou Mater Domini (LEGGI QUI LA PRIMA PARTE) ha scandagliato altri filoni.
PER IL COLLEGIO SINDACALE NON E' STATO SFORATO IL TETTO DI SPESA DEL PERSONALE E SI CITANO LE NOTE DELL'EX DIRETTORE AMMINISTRATIVO E DELL'AGENAS- Nell’istruttoria di una trentina di pagine si scava sul personale o, meglio, sul rispetto del relativo tetto di spesa. Basandosi sulle risultanze del collegio sindacale, lo stesso è fissato a 40,8 milioni di euro ma “la spesa sostenuta nel 2020, al netto delle componenti escluse, è stata pari a 43.104.842,00 mentre la spesa sostenuta nel 2021 è stata pari a 43.203.811,00”, dunque “l’azienda – si legge nel documento inviato dalla Corte dei conti lo scorso 21 dicembre – non ha rispettato il limite di spesa”. A questi elementi numerici se ne aggiungono altri. Infatti, vengono citate delle note risalenti all’11 giugno 2021 in cui il direttore amministrativo pro tempore “aveva manifestato l’esigenza di non procedere ad altre assunzioni di personale, neppure per turn over e di non proseguire i rapporti di lavoro a tempo determinato o flessibili in scadenza nonché delle attivazioni assistenziali”. Anche l’Agenas “aveva ritenuto sovrastimato il numero di unità di personale addetto se comparato con il numero dei posti letto e il tasso di occupazione”. Nell’istruttoria, la Corte dei conti vuole indagare anche sull’osservanza dell’altro tetto di spesa del personale, ossia quello dei contratti a tempo determinato il cui costo non può superare il 50% dell’esercizio 2009. Se l’azienda non riuscirà a spiegare questi potenziali sforamenti dovrà indicare le misure da adottare relative al contenimento della spesa “considerata la fuoriuscita dallo stato emergenziale”, riferendosi alle assunzioni (scomputate) per fronteggiare il Covid.
IL NODO INTRAMOENIA- Altro tasto dolente schiacciato nel documento è l’intramoenia. Fascicolo particolarmente caldo poiché, come ampiamente documentato da La Nuova Calabria, proprio in queste settimane è in corso la trattativa con i sindacati che porterà all’adozione del nuovo regolamento sulle prestazioni libero professionali (oltre a quello sugli studi clinici). Nell’istruttoria emerge come nell’esercizio 2022 fossero 72 i medici a svolgere attività intramuraria e che nell’ex Aou Mater Domini quella ‘allargata’ fosse cessata dall’aprile 2018 essendo svolta interamente nei presidi pubblici. Nel 2022, a fronte di 87155 prestazioni istituzionali, quelle in regime libero-professionale sono state 14658. Le antenne della Corte dei conti si sono drizzate leggendo i verbali del collegio sindacale. In riferimento al 2020 “non è stato possibile effettuare verifiche per mancanza di documentazione”, mentre sull’attività 2021, sempre il collegio ha dichiarato “che la documentazione fornita non avrebbe consentito di esprimere un compiuto giudizio sulla copertura dei costi”. Ad oggi manca la chiusura della relativa contabilità separata per l’anno 2022. E, inoltre, nell’istruttoria della Corte dei conti viene richiesto di “comunicare i provvedimenti adottati relativamente all’accantonamento del 5% del compenso del professionista operata, per errore, sulla quota a carico dell’azienda anziché sul compenso del professionista”.
LA RICHIESTA DI SPIEGAZIONI SUI FARMACI SCADUTI- Il magistrato istruttore Antonio Barrile non ha ritenuto esaustiva la spiegazione dell’azienda (del maggio 2022) sulla questione dei farmaci scaduti. Tra il 2018 e il 2019 si era registrato un incremento dell’878%. Le problematiche riguardavano armadi farmaceutici in comune fra reparti, spesso esposti a temperature elevate e frigoriferi non dotati di sistema di rilevazione. Dall’ex Aou Mater Domini dovranno spiegare le azioni intraprese per “arginare un fenomeno così marcatamente dannoso per l’erario”. L'azienda su questo e su tutti gli altri punti indicati nell'istruttoria dovrà fornire risposte ed atti entro sessanta giorni.
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