Si chiude la stagione del Catanzaro tra gli applausi dei tifosi e la commozione dei calciatori

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  28 maggio 2024 12:56

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

Si chiude a Cremona la stagione calcistica del Catanzaro dopo una prova nella semifinale di ritorno dei Play-off che non lascia spazio alle interpretazioni e manda in finale una Cremonese più forte e più fresca.

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Così è il verdetto sportivo da accettare in tutta la sua amarezza ma che non sposta di una virgola i successi di un Catanzaro a dir poco bello. 

D’altra parte, la crescita di una società passa anche da queste sconfitte, così come da quella di Padova che aprì scenari suggestivi e assolutamente imprevedibili.

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Squadra costruita per vincere il campionato la Cremonese di Stroppa con individualità di livello alto anche per la categoria; squadra costruita per la salvezza il Catanzaro dei record in C, capace tuttavia di confermare sé stesso in B ed esprimere un gioco unico tanto da incantare tutti, perfino gli addetti ai lavori dal palato fino.

Questa è la realtà di una squadra eccezionale che parte per la salvezza e invece sta sempre in zona play-off. Nulla era scontato.

Una squadra costituita da un gruppo unito che a fine gara si commuove di fronte ai cori dei 5mila tifosi presenti allo Zini che tifano per Novanta minuti anche sotto di 4 gol. Nulla di nuovo per una tifoseria attaccatissima ai colori e sempre al fianco delle Aquile e ancora di più ora che arrivano i risultati.

Cosa vuoi che sia una sconfitta a Cremona dopo innumerevoli Play-off di C persi malamente. È sempre bene non dimenticare!

Una una squadra che ridà vita ad una città assopita e ammorbata alla terza serie che dopo decenni allunga lo sguardo, superando i confini del centro Sud. Mica poco!

Tutto molto bello e sbalorditivo quello che fanno i giallorossi in campionato  tra i due derby vinti alla grande e vittorie storiche che lasciano il segno come Parma, Palermo e Genova di fronte a 3500 tifosi giallorossi.

Tutto davvero molto bello e indimenticabile, tra la commozione generale di una città che si identifica nel calcio o meglio nella propria squadra di calcio capace di resuscitare anche i morti.

Nulla da dire, nulla da recriminare ma solo lunghi applausi ad una squadra guidata da un allenatore bravo, bravissimo che sa quello che fa in campo ed esalta la ricchezza di una tifoseria unica e inimitabile.

Fino a qui il recente passato che promuove a pieni voti tutti, nessuno escluso, regalando grandi soddisfazioni ad una città che merita di gioire.

Ancora troppo presto per parlare di futuro e programmazione tra indiscrezioni e voci di mercato che forse turbano una piazza ancora incantata da un campionato stupendo. Tempo al tempo e tutto prenderà forma.

“Squadra” che vince non si cambia, direbbe Vivarini, e chissà che sarà proprio così anche per una proprietà ambiziosa chiamata a fare scelte giuste ed equilibrate in continuità con quanto di buono fatto fin d’ora.

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