Si conclude in maniera trionfale la stagione del Teatro Politeama a Catanzaro con l'Aida di Stinchelli

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images Si conclude in maniera trionfale la stagione del Teatro Politeama a Catanzaro con l'Aida di Stinchelli
Foto del dottore Saverio Miceli
  31 maggio 2025 14:55

di MARIA PRIMERANO

Lasciamo il teatro immersi nel viola sacrale e nei bagliori dorati della luna, lusingati dalle voci e dalle interpretazioni, affascinati da quelle nebbie che si sono sollevate durante tutta l’opera creando un’atmosfera surreale che ci ha rimandato indietro nel tempo a Menfi e Tebe, in Egitto, all’epoca della potenza dei faraoni. Siamo persi tra volti scolpiti nella pietra, ancora camminando tra simboli solari e lunari, colonne, templi e porte sacre, la sabbia e l’oro, la pietra e il pixel.

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Un viaggio questo affascinante, tra mondo terreno e ultraterreno, esoterico, ove le pratiche sono misteriose o accessibili solo agli esperti, fermi e stupiti davanti al Tempio di Iside e alle rive del Nilo e trasportati dalla musica ci muoviamo in un’atmosfera grave e solenne, in un contesto di sacralità e devozione. Tra fluidità e candore degli abiti, scorrevolezza ed eleganza nei sussurri del coro.

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Sacerdoti, Sacerdotesse, Ministri, Capitani, Soldati, Funzionari, Schiavi e Prigionieri Etiopi, Popolo egizio ci hanno accompagnato per quasi tre ore di viaggio tra armonie senza tempo. Nella testa frullano ancora le note di Celeste Aida e della Marcia Trionfale. Il terzo atto, poi, “acquatico”, ci ha calato in un impressionistico disegno e il flauto, tra i più suggestivi effetti timbrici di Verdi, ci ha conquistato.

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E ancora, il mezzosoprano Amneris, figlia del Re, ha molto emozionato nella grande scena del giudizio, come anche il soprano Aida, schiava etiope e il tenore Radamès, capitano delle guardie, nel finale.

Si conclude in maniera trionfale la stagione del Teatro Politeama a Catanzaro -sovrintendente Antonietta Santacroce - con Aida di Giuseppe Verdi, opera lirica in 4 atti su libretto di Antonio Ghislanzoni, in collaborazione con Fondazione Politeama – Città di Catanzaro, Conservatorio di Musica Pyotr Ilyic Tchaikovsky, Coro Lirico Siciliano, Festival Lirico dei Teatri di Pietra, per la regia di Enrico Stinchelli.

Chiusura trionfale sotto due punti di vista. Il primo: la firma di Giuseppe Verdi.  Nessuno è profeta in patria, si dice. E la citazione calza a pennello con Giuseppe Verdi. Fu bocciato al Conservatorio di Milano, ma nella fuga finale del coro falstaffiano - Falstaff sua ultima opera - lascia ai detrattori e all’umanità tutta la sua arguta risposta: “Tutto nel mondo è burla”. Con ciò intendendo che a 124 anni dalla morte Verdi è globalmente riconosciuto come uno dei maggiori operisti e compositori di tutti i tempi.

Aida, sua popolarissima opera, propostagli dal Kedivé del Cairo per inaugurare il nuovo teatro in occasione dell’apertura del Canale di Suez, venne qui rappresentata con esito trionfale nel 1871 ed ancora oggi, conosciutissima, è nei cartelloni di tutti i teatri del mondo. Il secondo: la firma di Enrico Stinchelli.

Stinchelli, nome storico della lirica, conduttore radiofonico de “La Barcaccia”, la più longeva trasmissione della Rai, irradiata anche all'estero attraverso Raisat e Rai International, che dal 1988 ha registrato 6500 puntate su Radiotre, e che inoltre svolto una incessante attività nel campo dell'editoria musicale e della produzione artistica, certamente la sa lunga su come deve impostare e firmare la regia dell’Opera sua che non ha esitato a definire “un viaggio tra mito, potere e sentimento”. E la brillantezza che lo contraddistingue e che da anni, assieme all’ironia, ci ha accompagnato dai microfoni de “La Barcaccia”, si è palesata, infatti, con la sua Aida, nella realizzazione di uno spettacolo altamente pulsante e vivente.

Amore, dolore, passione, odio, inganno, speranza, pietas, tenerezza, sono tutte le sfumature che il regista ha saputo declinare mirabilmente, un affresco di sentimenti che gli fa onore in un’epoca indirizzata verso l’intelligenza artificiale che indubbiamente ci inghiottirà, ma dove l’uomo con tutta la sua umanità, collocato al centro dell’azione, ci fa ancora inesorabilmente emozionare. Un'opera che, come in fondo scriveva Verdi, “non ha bisogno di altro che della verità dei sentimenti”.

“Rigore classico e potenza evocativa” sono state le parole d’ordine di Enrico Stinchelli, “il mio obiettivo è creare eleganza, equilibrio e cromatismi vividi. Detesto le scatole nere, vuote, il tono plumbeo imposto dal minimalismo che diventa nientismo".

E così è stato con questa produzione che ha visto cantanti di pregio quali Maria Pia Piscitelli/Aida, Walter Fraccaro/Radamès, Veronica Simeoni/ Amneris, Alberto Munafò/Amonasro, Viacheslav Strelkov/ Ramfis, Il Re d’Egitto/Francesco Villella, e inoltre Sacerdotessa/Maria Mellace, Messaggero/ Federico Parisi, e artisti quali M.° Filippo Arlia, Maestro Concertatore e Direttore, l’Orchestra Filarmonica della Calabria, Francesco Costa, maestro del Coro, il Coro lirico siciliano, e lo staff creativo di Michele Falasconi, Andrea Santini, e la costumista Elena Guerrieri, corpo di Ballo di Paola Saribas.

Sicché, pieno rispetto della tradizione, ma con il supporto della tecnologia e, nello specifico, del video mapping, scenografie realizzate con immagini grafiche in 3D sulla base di un progetto che include luci diffuse, effetti e parte costruita in rilievo.

La forza travolgente della musica verdiana ha fatto il resto.

 

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