Domenica 20 ed lunedì 21 settembre i cittadini saranno chiamati alle urne per decidere se approvare o meno la modifica della legge che prevede il taglio dei parlamentari. Il numero attuale di 630 deputati sarebbe ridotto a 400, mentre i senatori passerebbero da 315 a 200. Siamo andati a sentire i cittadini per comprendere l'opinione e l'orientamento degli stessi e, anche, per capire se i catanzaresi conoscono bene l'argomento legato al quesito referendario.
Chi si schiera per il 'si' è convinto che ciò produrrà un cambio netto della politica. Al di là del risparmio è quindi il segnala da lanciare ai palazzi romani quello che spinge ad essere d'accordo con la riforma approvata in Parlamento. Meno persone a Montecitorio e Palazzo Madama: maggiore celerità delle attività parlamentari, ci spiegano.
Chi dichiara di votare "no" sembra sostenere in maniera più profonda le proprie ragioni fondate sulla volontà di "proteggere" la Costituzione da inutili populismi. La principale motivazione è quella che una riduzione degli eletti produrrebbe l'effetto di essere meno rappresentati a Roma, con il rischio di minore tutela dei territori.
C'è poi chi dichiara di non intende recarsi alle urne perché non crede più nella politica, e dunque non vede nessuna possibilità di cambiamento.
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