Sicurezza. Ettore Allotta (P.N.F.D) scende in difesa dei poliziotti e chiede le dimissioni di Gabrielli

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images Sicurezza. Ettore Allotta (P.N.F.D) scende in difesa dei poliziotti e chiede le dimissioni di Gabrielli
Ettore Allotta
  18 agosto 2020 09:29

“Le ultimissime dichiarazioni rilasciate dal Capo della Polizia “nei confronti dell’operatore “di Vicenza”  noi agiremo per la scorrettezza della modalità con la quale lui ha operato, e noi faremo in modo che nelle nostre scuole e nei nostri reparti queste modalità non abbiano a ripetersi.”  sono parole pesanti come macigni per l’animo dei poliziotti, poiché il loro “Capo” ha già condannato l’operato del Poliziotto dinanzi all’opinione pubblica svilendo ancor di piu’ l’operato degli stessi”.

Lo scrive Ettore Allotta, segretario Generale Provinciale del  P.N.F.D  sindacato di polizia, e annuncia una mobilitazione “perenne”, a partire da lunedì chiedendo allo stesso tempo le dimissioni di Gabrielli.  

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 “Le parole del Capo della Polizia, Dott. Gabrielli – spiega -  schiudono una abissale ferita nell’animo di chi mette a rischio la propria vita per le strade in ogni momento, ingenerando, così, in colui che si appresta ad intervenire una grande insicurezza, dilatando il rischio di compiere errori durante gli interventi di Polizia per paura di dover subire un procedimento disciplinare ed essere messo alla gogna mediatica da parte del proprio capo.  Dopo le inopportune ed imbarazzanti dichiarazioni pubbliche del Capo della Polizia, difatti vi è il rischio che ogni poliziotto che si troverà ad agire - e a dover decidere il da farsi anche in soli pochi secondi - sentirà risuonare nelle orecchie quelle parole al punto da rischiare la propria vita. Osservazioni che hanno fatto scattare persino una interrogazione parlamentare sul caso da parte dell’ Onorevole Zanattin, il quale si chiede - cosi come tutti noi in verità- che riguardo, stima e rispetto esista da parte del Capo della Polizia nei confronti degli agenti”.

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“I poliziotti – scrive Allotta -  sono costretti a lavorare per la tutela dei cittadini “improvvisando” e rischiandola propria incolumità, la propria vita correndo il rischio di un ingiusto processo.  L’agente che ha agito si auspicava di ricevere un intervento a sua difesa dal proprio superiore al livello piramidale e costui, invece, lo ha già condannato pubblicamente. Non sono piu’ sopportabili atteggiamenti del genere che sviliscono l’operato dei poliziotti e li fanno apparire agli occhi della opinione pubblica dei soggetti dai quali stare alla larga invece che farsi proteggere”.

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