"Siete certi furbacchioni, ti vendi i vitelli, parliamo al telefono e poi viene Gratteri!", così parlava un veterinario intercettato a Crotone

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Foto di archivio dei Carabinieri Nas
  03 dicembre 2020 09:03

L'hanno denominata "Fox" l'operazione che ha portato all’applicazione di 8 misure cautelari   – tra cui 6 veterinari ufficiali in servizio presso l’Asp di Crotone – ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di accesso abusivo a sistema informatico, falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici, ricettazione, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, contraffazione di sostanze alimentari, commercio di sostanze alimentari nocive e diffusione di malattie infettive animali.

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  Nello specifico sono state adottate 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei gestori di uno stabilimento di macellazione a  Strongoli (KR); 4 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 2 ordinanze di sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio a carico di altrettanti veterinari ufficiali dell’Asp di Crotone, in servizio nei distaccamenti di Cirò Marina e Roccabernarda.

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Il provvedimento prevede inoltre il sequestro dello stabilimento di macellazione e dei quattro allevamenti ad esso direttamente collegati, per un valore di oltre 1.000.000 di euro.

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LE INDAGINI

Le indagini, avviate nell’anno 2019 in seguito ad una segnalazione interna al Servizio Veterinario, e svolte dal Nas di Cosenza sotto la costante direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, hanno riguardato l’intera filiera delle carni (bovine, suine ed ovi-caprine)  ed hanno interessato, oltre ai soggetti destinatari dell’odierna misura cautelare, anche 14 allevatori di bestiame, nei cui allevamenti i Carabinieri stanno oggi dando esecuzione ad un decreto di perquisizione, anche mediante ricognizione aerea degli stessi effettuata dagli apparecchi SAPR – cd “droni” – in dotazione al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute. L’attività investigativa ha consentito di ricostruire compiutamente come i veterinari indagati, al fine di procurare ingiusti vantaggi patrimoniali agli allevatori cui erano contigui, ponessero in essere una gravissima serie di omissioni e di atti contrari ai doveri del proprio ufficio quali l’attestazione di profilassi anti-tubercolosi mai avvenute, l’alterazione dei prelievi di sangue effettuati su capi suini al fine di consentirne la macellazione, l’intermediazione nell’illecito traffico di marche auricolari, sovente appartenute ad animali deceduti per malattia e successivamente apposte ad altri capi abusivi al fine di sanarne l’illecita posizione, o ancora l’inserimento e la revoca di false denunce di smarrimento di animali.

Più in generale è stato documentato, da parte dei pubblici ufficiali coinvolti, un utilizzo distorto dell’Anagrafe Zootecnica informatizzata, in cui venivano registrati dati completamente avulsi dalla realtà ed inseriti al solo fine di regolarizzare i traffici commessi dagli allevatori indagati. L’illeceità Pagina 2 di 2 dei comportamenti tenuti era bene a conoscenza dei veterinari coinvolti, che infatti la sottolineavano puntualmente nel corso dei colloqui telefonici con gli allevatori, anche al fine di far loro “pesare” l’interessamento speso; in un caso infatti uno dei veterinari, parlando al telefono, ha commentato: “siete certi furbacchioni…tu ti vendi i vitelli, noi parliamo a telefono e poi… viene Gratteri!” evocando tra l’ilarità generale l’intervento dell’Autorità Giudiziaria.  Terminale delle condotte illecite era lo stabilimento di macellazione di Strongoli sottoposto a sequestro, il cui gestore è stato tratto in arresto unitamente ad un’impiegata amministrativa che di fatto sovrintendeva a tutte le attività criminose. Presso il macello, nel corso dell’indagine, sono stati sezionati centinaia di capi tra bovini, suini ed ovi-caprini privi di qualsivoglia profilassi o certificazione sanitaria, le cui carni sono state in seguito vendute e sono finite sulle tavole di ignari consumatori. 

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