di EMANUELE CANNISTRA'
C’è un dolore silenzioso, un’ingiustizia che si consuma nell’ombra, tra i vialetti polverosi dei cimiteri cittadini, tra lapidi scrostate e loculi mai assegnati. Da tempo, il cappellano del cimitero, Mons. Andrea Perrelli ,lancia un appello accorato, quasi un lamento disperato: troppe salme giacciono senza una degna sepoltura, in attesa come anime sospese, private del rispetto finale che ogni essere umano merita. Eppure, la questione di una sepoltura dignitosa non è solo una questione di pietà, ma un diritto – un diritto sacrosanto che dovrebbe essere garantito a ogni cittadino, anche dopo la morte. Perché allora nessuno ascolta? Perché le parole dell’uomo di Chiesa si perdono nel vento, senza mai raggiungere chi ha il potere e il dovere di intervenire? Il cappellano si rivolge persino al Santo Patrono della Città, affidando al cielo ciò che la terra non vuole più custodire. Ma i miracoli non possono sostituire la responsabilità civile. Cosa frena le istituzioni dal fare la propria parte? Perché questo vergognoso menefreghismo da parte della classe politica e amministrativa cittadina? È forse più facile voltarsi dall’altra parte, far finta di niente, piuttosto che affrontare i problemi reali, concreti, quelli che toccano la dignità delle persone anche dopo il loro ultimo respiro? La gestione dei cimiteri è uno specchio impietoso del rispetto che una società riserva alla propria memoria collettiva. Quando abbandoniamo i nostri morti, stiamo rinnegando noi stessi, la nostra storia, i nostri affetti. È una ferita morale, prima ancora che sociale. E le altre autorità dello Stato italiano presenti in città? Dove sono? Perché non intervengono? Non bastano i fiori e le cerimonie nelle giornate della memoria se poi, nei giorni comuni, lasciamo che i corpi dei nostri concittadini giacciano nell’abbandono.
È arrivato il momento di agire. È ora che chi guida la città smetta di nascondersi dietro la burocrazia e prenda in mano la responsabilità di restituire dignità a chi non ha più la forza di difendersi. Non possiamo più tollerare questo silenzio, che non è pace, ma solo indifferenza. Una città che non si prende cura dei propri morti è una città che ha perso la sua anima.E’ una CITTÀ PERDUTA
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736