di SILVIA MARINO
"Caro Segretario,
il Suo viaggio in Calabria non è più rinviabile. Non venga per le solite due ore di convegnistica, ma si prenda il tempo necessario ad incontrare le espressioni migliori del territorio.
Se possibile, si faccia accompagnare in questo viaggio da una figura politica calabrese, una sola, competente, dignitosa, attenta ai bisogni delle nostre comunità. Estranea alle guerre tra bande. Che la sappia condurre lungo un percorso virtuoso di incontro e ascolto. Che prepari per Lei un’agenda di incontri. L’Agenda delle Idee, che diventerà, col tempo, progetto politico. Porti con sé un metodo di lavoro fatto di Incontro e Ascolto delle nostre comunità.
Venga ad incontrare il mondo del lavoro e quello sofferente delle persone senza lavoro e senza tutele, le associazioni che si occupano di sanità, il ricco e laborioso mondo del volontariato. Le Professioni, l’Università, gli Amministratori Locali. I giovani e brillanti Sindaci, esperti nella gestione amministrativa e nelle buone pratiche di prossimità. A cui potrà chiedere di guidare un percorso collettivo di rinascita.
Non sono figure irreali, si tratta di persone facilmente identificabili, che hanno un volto e un nome. Venga ad ascoltare la Calabria migliore, quella che combatte ogni giorno a mani nude per i diritti di tutti.
Troverà in questo viaggio, ne sono sicura, i contenuti di un progetto politico fecondo ed incontrerà i volti di coloro che lo realizzeranno. I nuovi interlocutori porteranno idee e competenze, lasciando fuori dalla porta rancorose velleità di potere non ancora sopite. Se la democrazia è partecipazione, stavolta è importante far partecipare le persone giuste.
A tutti gli altri la storia, allontanandoli dal tanto agognato potere, elargirà la consolatoria pretesa di essere (inutili) padri nobili. Eviti di frequentare la solita compagnia di giro e selezioni accuratamente gli interlocutori. Apra le porte e arricchisca il Partito di nuove esperienze sociali. La Calabria ne è ricca.
I fallimenti di queste ore confermano che le leadership improvvisate crollano alla prima difficoltà, soprattutto quando non poggiano su un solido tessuto sociale e di relazioni fatto di umanità, contenuti e competenze.
La stimolante discussione portata avanti sulle testate giornalistiche calabresi, conferma la preoccupazione delle tante componenti sociali circa l’impatto che la degenerazione del metodo di rappresentanza può provocare sulla fragile società calabrese. Nonostante le diverse esigenze editoriali, tutta la stampa, prova ad individuare soluzioni che vadano oltre i semplici editoriali di circostanza e si sente impegnata ad offrire contributi di idee utili ad uscire dal guado nel quale la Calabria è precipitata, vittima di una narrazione costruita altrove.
In questi mesi ho cercato, cocciutamente, traccia del Partito che Lei ha raccontato nell’ appassionata relazione all’Assemblea Nazionale. Ebbene quel Partito non abita qui, se la Calabria ha perso la capacità di autodeterminarsi.
E’ già successo in altre occasioni, ma stavolta fa più paura perché assistiamo quotidianamente all’erosione dei nostri diritti ed alle mancate opportunità.
Seppure un giorno, i Calabresi, accetteranno l’annientamento del Partito, mai potranno perdonare la visione gretta e meschina di chi ha voluto rinchiudere coscientemente questa terra nei recinti del sottosviluppo e dell’abbandono. Un partito coraggioso partirebbe da qui. C’è ancora tempo".
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