L'ex sindaco di Simeri Crichi, l'avv. Pietro Mancuso e l'ex assessore del medesimo Comune, Saverio Brutto, sono incandidabili per i prossimi due turni elettorali. A pronunciarsi questa volta è la prima sezione civile della Corte d'Appello di Catanzaro che ha accolto il reclamo avanzato dal Ministro dell'Interno averso il decreto del Tribunale di Catanzaro che nel febbraio scorso aveva invece sentenziato a favore dei due ex amministratori.
La cosiddetta "tagliola" in un primo momento evitata, questa volta è scattata nei confronti di Mancuso e Brutto che, per la camera di consiglio espressasi con sentenza del 19 settembre 2022, sarebbero responsabili dell'avvenuto commissariamento dell'ente comunale per "univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare" e dunque "su forme di condizionamento da parte della stessa" nell'amministrazione del Comune di Simeri Crichi.
Sulla figura dell'ex sindaco Mancuso, rilevante ai fini dell'accoglimento del ricorso ministeriale e dunque sulla pronuncia di incandidabilità, sarebbero state molteplici fattispecie in particolare riconducibili ai legami tra l'avvocato e l'imprenditore Antonio Gallo, tanto forti da portare il sindaco ad essere non solo il legale di fiducia ma anche il testimone di nozze dell'imprenditore coinvolto nell'inchiesta "Basso Profilo". Nozze "alle quali - si legge nella sentenza - avrebbero partecipato esponenti della criminalità locale di Cirò Marina (KR)".
A questo, la Corte ha aggiunto come "Mancuso veniva normalmente reso partecipe da parte di Gallo di dinamiche e attività che vanno ben oltre le informazioni necessarie per l'attività difensiva, anzi - si legge - riguardano i contatti di Gallo con esponenti della criminalità e con soggetti che lavorano a Roma, che garantirebbero a Gallo canali importanti per i suoi affari, e tali confidenze - e i loro contenuti - sembrano essere accolte come normali dal sindaco".
Allo stesso sindaco viene altresì recriminata la mancata costituzione di parte civile dell'ente da esso guidato a seguito dell'inchiesta "Basso Profilo" che ha coinvolto un suo assessore, oltreché l'aver "ricevuto l'appoggio elettorale di Gallo nel corso della campagna elettorale [...] poi sfociata nella vittoria della lista capeggiata da Mancuso". Sempre ai riguardi del sindaco, viene annoverato quale elemento di assoggettamento "l'aver vissuto con la sua famiglia nel villino realizzato - ma non accatastato e privo di certificato di abitabilità - da una ditta edile riconducibile agli imprenditori Lobello, coinvolti nell'inchiesta 'Coccodrillo' della Dda di Catanzaro". A quanto fin qui riportato, nella sentenza della Corte d'appello, vengono inoltre menzionati "numerosi affidamenti diretti di lavori pubblici a società successivamente destinatarie di misure interdittive antimafia" ed il suo essere venuto meno ai "doveri di vigilanza, indirizzo e controllo previsti dalle normative in materia, rendendo cosi possibili ingerenze delle associazioni criminali all'interno dell'ente locale".
In relazione alla figura dell'ex assessore Saverio Brutto, invece, la Corte d'appello ha ritenuto dirimenti il sostegno dell'imprenditore Gallo alla campagna elettorale del 2016 "secondo quanto emerge dalle dichiarazioni rese dall'assessore in occasione del suo interrogatorio di garanzia". A questo si somma la "rappresentatività" di Brutto - dichiarata dallo stesso Mancuso in una riunione in Prefettura - secondo cui l'ex assessore sarebbe stato espressione della frazione Apostolello che, secondo le indagini portate avanti dagli inquirenti, risulterebbe quale "sede operativa di Rocco Mazzagatti (destinatario di plurimi provvedimenti interdittivi) e delle società della famiglia Lobello". In ultimo, sempre nei confronti di Brutto, viene fatta valere quell'"importanza di ottenere l'appoggio elettorale di Antonio Gallo" che il padre di Brutto avrebbe spiegato all'allora assessore regionale Franco Talarico.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736