Simeri Crichi: omicidio Rosso, in aula le parti civili

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  06 giugno 2019 15:00

di EDOARDO CORASANITI

Ci sono tutti al processo: i genitori, la sorella, i nonni materni e gli zii materni di Francesco Rosso. Attendono che inizi il dibattimento e aspettano di sapere se la loro richiesta di entare a far del processo sarà accolta dai giudici. 
Al via il processo ordinario per l'omicidio del 35enne Francesco Rosso, ucciso il 14 aprile 2015 all'interno della macelleria di famiglia a Simeri Crichi e che vede imputati Antonio Procopio (32 anni), Gregorio Procopio (57 anni), Evangelista Russo (71 anni), e Francesco Mauro (41 anni). Altri due imputati, Danilo Monti (28 anni) e Vincenzo Sculco (31 anni), hanno già scelto il rito abbreviato. 
Questa mattina è stato il turno dell'ammissione delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Piero Mancuso, Salvatore Staiano e Claudia Macrì e che indossano la toga i genitori, la sorella, i nonni materni e gli zii materni della vittima. La Corte d'Assise di Catanzaro (presidente Alessandro Bravin) ha ammesso la loro richiesta di prendere parte al processo e avanzare le richieste di risarcimento. Inoltre il Collegio ha respinto la richiesta di inutilizzabilità del materiale investigativo avanzata dalle difese (Colacino, Funaro, Iannone, Parentela, Scuteri). 
In aula si tornerà l'1 ottobre, quando verranno sentiti i primi testimoni.
Francesco Rosso è stato ucciso all'interno della sua macelleria a Simeri Mare con tre colpi di pistola al viso ed al torace. Il movente dell'omicidio, da quanto ricostruito della Procura di Catanzaro, sarebbero antichi rancori familiari vissuti dalle due famiglie, Russo e Rosso. Dissapori insopportabili che avrebbero convinto i presunti mandanti degli omicidi, Evangelista Russo e Francesco Mauro, a inserire una nuova mattonella nella geografia dell'odio: la morte di un uomo di 35 anni, Francesco Rosso, ucciso a sangue freddo in pieno giorno, nella sua attività commerciale. 
Danilo Monti , Gregorio Procopio, Antonio Procopio e Vincenzo Sculco sono stati arrestati a settembre 2018 e secondo gli inquirenti avrebbero rivestito la carica di esecutori materiali. 

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