Simeri Crichi si trasforma in un Presepe vivente (VIDEO E FOTO)

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images Simeri Crichi si trasforma in un Presepe vivente (VIDEO E FOTO)

  29 dicembre 2022 10:17

di  GIANPIERO TAVERNITI

Tradizioni religiose, eventi socialmente fondamentali per comunità cittadine che trovano la loro sinergia, la loro socializzazione e profondità delle festività, attraverso la realizzazione di un presepe vivente, vivo di uomini donne, bambini e animali e vivo di tradizioni religiose e contadine che aggiungono quella ricchezza identitaria all’evento.

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E’ tutto quello che è successo a Simeri Crichi, un piccolo borgo medievale del catanzarese, logo che ha dato i natali a diversi uomini illustri, a poeti, condottieri, al “masaniello calabrese”, ma per ricordarne qualcuno, restando in tema religioso, ha dato i natali a San Bartolomeo da Simeri, nato intorno al 1050 seguace del monaco basiliano S. Nilo, che volle appoggiare a Tuscolo per far costruire il glorioso “cerchio” di Grottaferrata, vicino Roma. In Calabria, a Rossano, nel 1112 fondò il monastero di Santa Maria Odigitria o Patrion di Rossano, monastero che raggiunse molta importanza al punto di essere invidiato da altre istituzioni monastiche , fino ad accusare e infangare  S. Bartolomeo ,di averne tratto profitto per arricchire la propria famiglia , in seguito condannato al rogo e prima di dell’esecuzione celebra la santa messa e durante la stessa pare sia apparsa una colonna di fuoco che indusse i fedeli presenti alla funzione a chiedere al Santo profonde scuse e perdono.

Si recò a Bisanzio con un importante incarico di riformare il Monastero di san Basilio del Monte Pathos (nella penisola di Falcidia), che da allora prese il nome di “Monastero del Calabrese”. Importante fu anche in Calabria, fondare a confederazione dei monasteri basiliani, da lì a poco morì. Ritornando al presepe, possiamo certamente dire che la prima è stata ottima, per partecipazione , anche da diversi paesi vicini, che hanno invaso il centro catanzarese, partecipando in maniera civile , composta e con raccoglimento religioso , all’evento che ha visto delle rappresentazioni recitate dell’Annunciazione , ha evidenziato un continuo marciare di centurioni romani per le vie del presepe , ci ha evidenziato la magia e la ricchezza della civiltà contadina di un tempo e la forza delle realtà artigiane collegate , regalandoci durante il percorso anche l’assaggino di ottimo pane fatto in forni a legna , il piccolo assaggino di ottimo vino della zona e quel tocco identitario delle civiltà pastorizie del tempo che hanno offerto agli ospiti un piccolo pezzettino di pecora cucinata “nta tiana e terracotta”. Nel percorso si visitano tutti gli artigiani di un tempo, qualcuno oggi non più esistente, ci colpiscono le donne che recuperano la lana delle pecore per farne dei materassi come un tempo facevano le nostre nonne, ma su tutti ci colpisce il calore, l’unione della famiglia dello zappatore che nella sua modesta casa, prepara la pasta a mano con la propria figlia e ci invita con calore e passione ad entrare dentro.

Che dire , quest’anno nel post covid, in Calabria , si è ritornati a proporre presepi viventi, che non solo ci hanno fatto capire ,l’importanza della festa più bella , ma di fatto ci hanno “catapultato” nel passato , con una piacevolissima macchina del tempo , facendoci guardare da dove veniamo e farci capire dove vorremmo arrivare , ma di certo possiamo dire che arrivati in questo borgo , alle porte di Catanzaro, abbiamo capito che la sinergia tra cittadini, la coesione forte creata dal collante delle festività, rafforza una comunità che in quelle due date(28/29 dicembre) che propone il presepe vivente , è protagonista in maniera globale e cerca il massimo della performance, al punto di convincerci con i sacrifici, l’impegno che la prima serata è andata benissimo e ci ha lasciato nel profondo quella stella brillante di umanità e serenità, quelle uguali ad ogni figurante che ieri sera ha dato tanto per far bene e essere il personaggio che rappresentava , in questo presepe di Simeri Crichi che consigliamo di visitare nella seconda serata del 29 dicembre , non  solo per vivere un qualche cosa di speciale ,ma anche per visitare un altro grazioso borgo di Calabria che meriterebbe maggior lustro e che questi eventi, pian pianino lucidano di dignità e valorizzazione , un vero toccasana che migliorano l’immagine e rafforzano la forza della coesione della comunità crichese che ha meritato un vero plauso e un Ad Majora per il proprio futuro.

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