La storia naturale di un SIN non controllato equivale alla nascita di storie naturali di tumori su specie umana. Crotone una realtà contaminata da cancerogeni chimici e isotopi radioattivi di aree industriali dismesse. Le neoplasie non si sviluppano come un evento casuale ma indotte. Gli studi sulla cancerogenesi con i suoi composti chimici mutageni e cancerogeni tra sinergismo chimico e addizionale ci avverte dell’elevato condizionamento genetico umano e del rischio chimico da accumulo su specie umana.
L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) presidente avv. Ezio Bonanni con i loro consulenti scientifici a breve presenterà in un convegno dedicato al tema e per una riflessione tecnico-scientifica dati su uno studio pilota effettuato su pazienti oncologici di Crotone risultati contaminati da cancerogeni chimici. Lo studio indipendente presenta riscontri analitici dettagliati e quantitativi di per accumulo di elementi chimici solidi tossici con alta massa atomica ed elevata densità e definiti metalli pesanti. Le concentrazioni rilevate superano fino a 100 volte i limiti massimo dell’intervallo tossico tollerabile. L’Organizzazione Mondiale della sanità e lo IARC (International Agency for Research on Cancer) hanno incluso le particelle di diametro uguale o inferiore ai 2.5 micron nella lista dei cancerogeni certi (gruppo 1).Ciò significa che la loro presenza,soprattutto in quantità elevate è intrinsecamente correlata al rischio oncologico.
In sintesi la gestione della questione dei metalli pesanti in area SIN di Crotone appare essere stata basata su un approccio riduttivo puntando sulla bonifica ignorando le prove dirette e quantitative tossicologiche, le specificità delle esposizioni sulla popolazione residente, le classificazioni internazionali sulla cancerogenicità degli elementi ,rifugiandosi dietro la mancanza di reali studi epidemiologici generalizzati e una lettura restrittiva della tossicogenomica. Bisogna puntare al principio di precauzione ,a quadri dettagliati di esposizione ai cancerogeni, riscontri analitici e meccanismi patogenetici che se adeguatamente considerati rovescerebbero le conclusioni sulla necessità di concentrarsi solo ed esclusivamente sulla bonifica.
Come già dichiarato dal prof.Antonio Giordanooncologo dello Sbarro Cancer Institute Health ResearcOrganization Philadelphia per la Terra dei Fuochi in Campania i registri tumore sono infrastrutture critiche di salute pubblica. I dati epidemiologici disponibili per Crotone sono stati azzerati per severe criticità emerse nel metodo organizzativo con report e proiezioni poco aggiornate,scarsa trasparenza metodologica,assente tempestività e standard di dati comparabili a livello nazionale con dataset aperti e disaggregati. Il biomonitoraggio inoltre non deve essere solo ambientale ma necessariamente clinico .
La mortalità evitabile per tumori a Crotone è diventata inevitabile e risultato di gravi disattenzioni. La mancata trentennale azione politica su quel territorio rappresenta la sgradevole consapevolezza che alcuni esseri umani non possono definirsi più tali. La speranza: Se un solo paziente sopravvissuto al cancro al cervello come il Filareto viene temuto con i suoi articoli di denuncia sociale in futuro un esercito di cittadini che sopravviveranno all’esperienza oncologicademoliranno il muro della rassegnazione .Le verità scomode lo sono per pochi ma non per tutti.
*Oncologo medico
Consulente scientifico ONA Roma
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