SIN cancerogeno e storia naturale dei tumori a Crotone: parla il dottore Montilla

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  09 settembre 2025 16:09

La storia naturale di un SIN non controllato equivale alla nascita di storie naturali di tumori su specie umana. Crotone una  realtà contaminata da cancerogeni chimici e isotopi radioattivi di aree industriali dismesse. Le neoplasie non si sviluppano come un evento casuale ma indotte. Gli studi sulla cancerogenesi con i suoi composti chimici mutageni e cancerogeni tra sinergismo chimico e addizionale ci avverte dell’elevato condizionamento genetico umano e del rischio chimico da accumulo su specie umana.

L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) presidente avv. Ezio Bonanni con i loro consulenti scientifici a breve presenterà in un convegno dedicato al tema e per una riflessione tecnico-scientifica dati su uno studio pilota effettuato su pazienti oncologici di Crotone risultati contaminati da cancerogeni chimici. Lo studio indipendente presenta riscontri analitici dettagliati e quantitativi di per accumulo di elementi chimici solidi tossici con alta massa atomica ed elevata densità e definiti metalli pesanti. Le concentrazioni rilevate superano fino a 100 volte i limiti massimo dell’intervallo tossico tollerabile. L’Organizzazione Mondiale della sanità e lo IARC (International Agency for Research on Cancer) hanno incluso le particelle di diametro uguale o inferiore ai 2.5 micron nella lista dei cancerogeni certi (gruppo 1).Ciò significa che la loro presenza,soprattutto in quantità elevate è intrinsecamente correlata al rischio oncologico.

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In sintesi la gestione della questione dei metalli pesanti in area SIN di Crotone appare essere stata basata su un approccio riduttivo puntando sulla bonifica ignorando le prove dirette e quantitative tossicologiche, le specificità delle esposizioni sulla popolazione residente, le classificazioni internazionali sulla cancerogenicità degli elementi ,rifugiandosi dietro la mancanza di reali studi epidemiologici generalizzati e una lettura restrittiva della tossicogenomica. Bisogna puntare al principio di precauzione ,a quadri dettagliati di esposizione ai cancerogeni, riscontri analitici e meccanismi patogenetici che se adeguatamente considerati rovescerebbero le conclusioni sulla necessità di concentrarsi solo ed esclusivamente sulla bonifica.

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Come già dichiarato dal prof.Antonio Giordanooncologo dello Sbarro Cancer Institute Health ResearcOrganization Philadelphia per la Terra dei Fuochi in Campania i registri tumore sono infrastrutture critiche di salute pubblica. I dati epidemiologici disponibili per Crotone sono stati azzerati per severe criticità emerse nel metodo organizzativo con report e proiezioni poco aggiornate,scarsa trasparenza metodologica,assente tempestività e standard di dati comparabili a livello nazionale con dataset aperti e disaggregati. Il biomonitoraggio inoltre non deve essere solo ambientale ma necessariamente clinico .

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La mortalità evitabile per tumori a Crotone è diventata inevitabile e risultato di gravi disattenzioni. La mancata trentennale azione politica su quel territorio rappresenta la sgradevole consapevolezza che alcuni esseri umani non possono definirsi più tali. La speranza: Se un solo paziente sopravvissuto al cancro al cervello come il Filareto viene temuto con i suoi articoli di denuncia sociale in futuro un esercito di cittadini che sopravviveranno all’esperienza oncologicademoliranno il muro della rassegnazione .Le verità scomode lo sono per pochi ma non per tutti.

*Oncologo medico
  Consulente scientifico ONA Roma

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