Sindaco a Gay pride, Diocesi "Perché diritti non stesso peso?"

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  30 luglio 2019 18:06

"Ha ragione Falcomatà quando dice 'Nessuno escluso mai' riferendosi ai diritti. Ciò che interroga, però, è l'uso a intermittenza della coscienza politica in tema di famiglia; una doppia morale che, in questi lunghi 5 anni di governo a Reggio Calabria, ha avuto diverse manifestazioni". Lo afferma don Davide Imeneo, direttore dell'Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Reggio Calabria in relazione alla presenza del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà al Gay pride che si è svolto sabato scorso in città.
"Ci chiediamo, infatti - prosegue - perché il Comune abbia stigmatizzato la manifestazione del Bus delle Famiglia: la tappa reggina, infatti, è stata osteggiata dalla commissione Pari opportunità di Palazzo San Giorgio. Ma come? Una Commissione comunale vocata all'inclusione sociale che 'esclude' a mezzo stampa chi la pensa differentemente dalla Comunità Lgbt?. Poi la Diocesi rivolge una domanda al primo cittadino, nel tentativo di aprire un dialogo: sindaco Falcomatà, la sua presenza in prima fila al Gay Pride, quindi che significato assume? Può dirci pubblicamente se sostiene anche le posizioni più progressive dei soggetti promotori che sfilavano accanto a lei, quali l'adozione e l'affido dei figli alle coppie omosessuali?".
"Falcomatà nel suo scrivere ha rilanciato lo slogan 'Nessuno escluso, mai' - afferma don Imeneo - frase 'simbolo' per la Chiesa reggina: si tratta infatti della conclusione del testamento spirituale di don Italo Calabrò, già vicario generale della comunità diocesana in riva allo stretto. Il motto di don Italo era una difesa dei più deboli. I 'pazzi' degli anni '80 che il sacerdote reggino liberò dalla struttura-lager di Modena (ex manicomio). Le chiediamo, allora, perché il suo 'Nessuno escluso mai' non è indirizzato verso tutti i poveri di oggi. Pensiamo, ad esempio, alla fuga generazionale: chi tutela i diritti dei giovani? Come mai non si è mai preoccupato della solitudine sociale dei papà divorziati? O ancora dei genitori costretti a emigrare da Reggio per poter sostenere i propri figli? O verso quanti vivono la triste condizione del disagio abitativo e a cui non si danno risposte da decenni? Perché dall'agenda politica comunale sono 'escluse' le famiglie numerose?".
"Chiediamo a lei, sindaco, e agli assessori e consiglieri comunali che pubblicamente, a più riprese, si sono dichiarati cattolici - conclude la nota - perché i diritti non hanno lo stesso peso?".

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